martedì 17 aprile 2007

La mia prima terrificante esperienza in un motel

2 del mattino. Io, Carlo, Federica, Laura e Maria siamo in macchina e stiamo macinando chilometri cercando di avvicinarsi il più possibile ad Amsterdam. Com'è buona tradizione dei viaggi in compagnia, ognuno ha il suo ruolo: Laura e Maria guidano, io cerco, seppur con scarso successo, di capire qual'è la strada, Carlo è quello che sistema le valigie nel bagagliaio mentre Federica è la più sfortunata di tutti perchè ha due compiti.
1) ha il compito di addormentarsi ogni volta che si siede in macchina ( sono convinto che sia un istinto, come quello del cane che scodinzola quando sente il padrone), che le riusciva benissimo
2) ha il compito di convincerci a non dormire negli ostelli della peggiore qualità, che è molto difficile considerando la combinazione tra le nostre certo non principesche tasche e le nostre certo non principesche esigenze igieniche.

Quella notte ci aveva convinto a dormire ad Utrecht. "Preferisco un motel piuttosto che un ostello". Com'è buona tradizione dei viaggi in compagnia, durante la notte si raccontano storie dell'orrore, leggende metropolitane e storie di esorcismi. Arrivati al motel, posso confermare che non è stata un'ottima idea.

Il motel era sperduto nel bel mezzo dell'autostrada olandese ed è esattamete come ti aspetti un motel di notte: il guardiano aveva gli occhi storti ed era inquietatenmente gentile. Fuori c'era un silenzio tombale. Ci incamminiamo verso la stanza: il motel sembrava quello di Psycho, il guardiano sembrava quello di Psycho, e anche la mia pancia, a furia di mangiare maiale e cipolle, sembrava quella di Hitchcok. La stanza era, seppur di cattivo gusto, abbastanza pulita. Vado un attimo in bagno e sento Maria che mi chiama " Giuseppe, vieni a vedere questo?". Aveva un libro nero in mano. Mi avvicino incuriosito e vedo che c'è scritto "Bibbia". Poi mi accorgo che è scritto al contrario e che è tradotto in due lingue di cui una è incomprensibile. Sfogliando le pagine, mi accorgo che qualcuno ha strappato pagine ed è come se lo avesse pugnalato con una matita. Ci sono tantissimi segni. Mi si è gelato il sangue. Doveva essere qualche cosa lasciato da qualche satanista. E dopo i racconti della macchina sicuramente era l'ultima cosa che avrei voluto nella mia stanza. Dico a Maria che non mi piacciono queste cose e le chiedo di riporlo dov'era prima. Poi, cerco di addormentarmi.

La mattina dopo vedo di nuovo Maria maneggiare il diario. E' mattina e sono un pò più tranquillo: dò uno sguardo alla copertina della Bibbia e mi accorgo che la lingua strana era ebraico e che i segni della matita erano in realtà fatti da un bambino. Lo stesso bambino che aveva disegnato sulla copertina del libro, un cane con una nuvoletta in cui c'era scritto "Woof, Woof!".

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