Premessa
L'abbruttimento è un fenomeno complesso: alcune persone riescono ad abbruttirsi in pochi istanti. Entrano nella stanza, si mettono in mutande e si stappano una birra. E a volte, per respirare squallore è sufficiente che si mettano semplicemente in mutande.
Per altre l'abbruttimento è un processo più lento: in periodo di studio o di malattia, per esempio, si lasciano crescere la barba, non vedono più nessuno e attivano la modalità di vestiario chiamata "Vestigiama". Il "Vestigiama", che se la fa in barba alle più elementari norme igieniche, non è altro che la semplice combinazione tra vestito e pigiama. Tutti i più grandi strateghi dell'ozio sanno esattamente di cosa sto parlando. Ti alzi e non hai voglia di vestirti? Eri a casa tutto il giorno stravaccato davanti alla tv e non hai voglia di metterti in pigiama? Bene, allora sei un membro potenziale della grande famiglia del vestigiama. Il vestigiama, in realtà, non è altro che uno degli ultimi passaggi dell'abbruttimento. Vediamo ora di analizzarli con più calma:
Fase 1: la fase del "Lo farò dopo!"
Arriva la bella stagione. La natura fiorisce e il sole comincia a riscaldare. E appena un pò il sole riscalda, i ragazzi, che notoriamente prima di agire valutano bene le situazioni, non ci pensano due volte ed escono in maglietta e bermuda. Rimangono in giro per tante ore e tornano a casa solo per dormire e per cambiarsi. Ma non per riordinare.
"Riordinerò quando torno!" dice il ragazzo, mentre sta pensando ad altro.
Il ragazzo torna a casa un pò infreddolito. Alle 3 del pomeriggio in effetti c'era abbastanza caldo per girare in maglietta: alle 3 del mattino però in effetti c'è freschetto. Il ragazzo comincia a sentirsi male. Ha un pò di mal di testa, le ossa deboli. Ma non c'è nulla di cui preoccuparsi: il pericolo abbruttimento è ancora lontano! Ora, come si era ripromesso la mattina, riordina la stanza in 5 minuti, si prende una bella tachipirina e se ne va a letto diretto. Ma no, cosa fa?
Dice che ha fame. Vabbè, una fettina saltata in padella con un pò di sana insalata, poi si riordina la stanza e dritto a letto. Eh no! Quasi quasi si dimenticava che anche la cucina, un pò a sorpresa, l'ha lasciata esattamente come non voleva trovarla. Vabbè, basta rimboccarsi le maniche. Ora lava le pentole. Cucina. Mangia. Rilava le pentole. Pulisce i fornelli. Pulisce i piatti. Riordina la stanza. Tachipirina. E dritto a letto. Ma no, che fa??? Si butta sul letto con un pacchetto di nachos semi-vuoto. Ingurgita i resti. Poggia accuratamente la busta per terra. E fa la prima mossa apparentemente pulita della giornata: si mette il pigiama. In realtà, lui non sa che quello sarà il suo vestigiama...
Ed ecco il nostro ragazzo al giorno 3 della sua malattia: indossa un elegantissimo e sempreverde vestigiama. Ha la barba lunga, gli occhiali storti ed appannati. Accenna un sorriso; sembra quasi che stia per chiedere i soldi per un panino. Alcuni dicono che lo stesso giovine sia stato avvistato in una casa di cura psichiatrica nell'Oristanese. Altri, a cui sono morti i figli, hanno giurato sui propri figli che, subito dopo essersi fatto la foto, l'hanno visto affrettarsi nel riordinare la stanza.
Sapete quando il ragazzo si è accorto di aver toccato il fondo? Quando si è accorto di aver abusato del vestigiama ( e per abusare di un vestigiama ce ne vuole! E' più facile tirare a lucido il sedere di un mulo...)? No! Quando si è accorto che la puzza non veniva dal bagno? Neanche! Se ne è accorto, quando, durante una delle sue rare passeggiate per la stanza, ha visto la sua piccola pianta di basilico, buttata in un angolo, appassita. L'aveva comprata neanche due giorni prima. Ed evidentemente anche lei si è accorta che la puzza non veniva dal bagno.
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