mercoledì 28 marzo 2007

Aneddoti

Perchè la vita è degna di essere vissuta? A volte bastano piccoli momenti. Eccone alcuni.

Io e Carlo siamo appena usciti dalla stanza e stiamo percorrendo il corridoio
"Geppo, lo senti anche tu?" mi chiede Carlo
"Che cosa?" gli rispondo
"Questa puzza! E' fortissima...Non la senti?" continua lui
Io confermo "Si in effetti è forte...Però è strana..."
Quindi Carlo chiede "Vorrei proprio sapere da dove proviene..."
In quel preciso istante, spunta di fronte a noi una bambina cinese. Che probabilmente non puzzava, però sicuramente si è beccata una fragorosa risata in faccia...

"Facciamo tutti insieme una foto!" dice Theo.
Ci abbraccia tutti e comincia a fare foto da ogni angolazione.
"Su dite Cheese" scherza lui
"E ora voglio una foto solo con gli italiani!"
Voi mi chiederete "Cosa c'è di strano in tutto ciò?", e io vi risponderò "Niente". Se non che noi exchange students occidentali eravamo palesemente imbarazzati dal fatto che stessimo facendo foto da stadio nel bel mezzo di una chiesa...

"Piacere, sono Chin-Chao Jan" ci ha spiegato un ragazzo cinese "Però chiamatemi Theo"
I ragazzi cinesi quando vengono in Europa trovano spesso problemi nel fare capire il loro nome a noi occidentali. Per questa ragione, si scelgono un nome europeo. Il nostro caro Chin-Chao Jan ha scelto Theo, pensando che fosse un nome figo. Poi qualcuno deve avergli spiegato che Theo tanto figo non è. Infatti, qualche giorno dopo a lezione di tedesco, durante le presentazioni:
"Salve a tutti, sono Chin-Chao Jan. Però chiamatemi Dale"
E anche lui probabilmente non puzzava, però si è preso una fragorosa risata in faccia.

Immaginatevi di essere a cena ed avere un ospite. Al termine del pasto, chiedete gentilmente al vostro ospite di dare un voto alla cena.
Un ragazzo occidentale vi risponderà normalmente, magari vi prenderà in giro per la domanda.
Un ragazzo cinese vi rutterà in faccia e vi farà un ghigno.
Prima che chiunque mi dia del razzista, è bene fare due precisazioni. Io non ho mai invitato cinesi a cena, ma qualche mio amico che li ha invitati mi ha detto che dopo la cena hanno passato la serata a ruttare, perchè per loro è un modo di esprimere il loro gradimento. Anzi, sei un maleducato se non rutti!
La storia del ghigno, invece, me l'ha confidata "Theo"...I cinesi quando contano con le mani hanno un sistema diverso dal nostro. E per loro il ghigno corrisponde al numero 8. Però non dappertutto: infatti, l'ho provato a fare ad una ragazza di Hong Kong e mi stava per dare uno schiaffo.

Una sera nessuno era riuscito a rintracciare Carlo. C'è chi l'ha chiamato al telefono, chi l'ha cercato su Msn e chi ha bussato personalmente alla sua porta. Nessuno l'ha trovato. Io sapevo che Carlo nelle ultime 68 ore aveva dormito solo per 8. E che nelle restanti 60 il 50% del tempo stava bevendo. Per cui mi sono immaginato che stesse dormendo. Però in effetti era mezzanotte e non si era ancora fatto vivo.
All'una vedo il cellulare squillare ed è Carlo che mi chiama
"Carlo dov'eri finito???"
"Stavo dormendo dalle 2 del pomeriggio. Mi sono appena alzato."
"E ora cosa fai? Lo sai che non riuscirai mai a riaddormentarti?"
"Si, si...Infatti ora mi lavo la stanza sino alle 5 del mattino e poi me ne torno a letto..."

"Ma perchè Geppo non arriva?" si chiedeva Carlo durante la lezione. Mentre Giuseppe dormiva. "Maria, tu sai che fine abbia fatto? Sono preoccupato...Di solito quando dice di venire a lezione, viene." Continua a chiedersi sempre più in paranoia.
Al termine della lezione, dato che non rispondevo al cellulare, decide di venire con Maria nella mia stanza per controllare se fossi lì. Comincio a sentire la porta sbattere con ansia. "Geppo apri!!!"...Io mi alzo e gli apro la porta. E Carlo mi saluta cordialmente:
"Vaffanculo!"
Poi riprende il fiato. "E grazie al cielo"e si tranquillizza " Aiuto che spavento mi hai fatto prendere!". Io continuo a non capire perchè fosse così in ansia. Dopo qualche istante Carlo mi spiega perchè era giustamente in uno stato d'ansia non indifferente. "Ero convinto che stessi andando in bicicletta e che fossi caduto e che ti fossi fatto male e che ora fossi in ospedale. E che non rispondessi per questo."

Quando si ha 22 anni e si vive fuori di casa, ogni giorno si impara qualcosa di nuovo. Ieri per esempio ho imparato che non è mai una mossa saggia mettere a lavare tutti i pantaloni che si hanno insieme. Perchè se poi si deve andare per forza a lezione ( poniamo per esempio che si debba restituire per forza un quaderno ad una collega) e i pantaloni non sono asciutti, si è costretti ad andare a lezione in pigiama.
E vi assicuro che è stato imbarazzante...

"Io non sono la chacha (donna delle pulizie) di nessuno" continua a spiegare con orgoglio Laura, una ragazza spagnola che abita sopra Carlo. Il poveraccio sta cercando qualcuno che per 20 euro gli pulisca la stanza una volta la settimana e che gli faccia anche la spesa, ma lei non ne vuole sentire anche se ha ammesso che il lavoro è ben pagato.

"Questa è sicuramente la peggior pasta che abbia mai mangiato"
Mi ha spiegato il mio vicino, dopo aver provato la mia pasta tonno, olive e capperi. Avevo sbagliato le porzioni del sale (qui non si trova il sale grosso ed è veramente difficile capire il tanto giusto). Faceva talmente schifo che l'abbiamo entrambi lasciata totalmente nel piatto. Poi però Marcel mi ha consolato " Le olive non sono malissimo: si possono mangiare..."

L'altro giorno sono andato a cena da una mia amica spagnola. Avevamo deciso di cucinare insieme una carbonara. Quindi ho portato una scatola di uova e del parmiggiano. Alla fine della cena, mi ha detto che lei si era comprata un cuscino nuovo e mi ha chiesto se volessi il suo vecchio. Io, dato che sono abituato a dormire con due cuscini, ho accettato.
Mi sono ripreso le uova e il parmiggiano, mi sono messo il cuscino sotto braccio e per tornare nella mia stanza sono passato per la strada. Mentre esco dalla porta ( avevo il viso pallido da quanto ero stanco) incrocio lo sguardo compassionevole di un ragazzo. Continuo a camminare e anche un altro ragazzo mi guarda un pò dispiaciuto. Come se volesse dirmi "Ah, come ti capisco! Queste donne!"...Io lì per lì non ho capito tutta questa attenzione. Poi mi sono accorto che ero nel bel mezzo della strada, sotto la pioggia, con un cuscino sotto braccio e una scatola di uova e un pezzo di formaggio in mano. E che nessuno più di me sembrava un poveraccio appena scaricato dalla fidanzata...

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