mercoledì 28 marzo 2007

Barcellona e Badalona, Bamberg e Domberg


Molti sono convinti che in Spagna la rivalità storica sia tra Barcellona e Madrid. Ma in realtà, pochi conoscono la storia del più grande contrasto spagnolo
Maria, una nostra amica spagnola, nei primi giorni ci ha fatto credere che venisse da Barcellona. "Mi chiamo Maria e vengo da Barcellona!" diceva e tutti le credevano.
Un giorno, in un momento di confidenza, ha finalmente ammesso la verità
"A dire il vero, io non vengo da Barcellona ma vengo da Badalona, che è una città praticamente attaccata a Barcellona"
E lì io e Carlo siamo scoppiati a ridere abbiamo ricostruito la storia di Badalona, che altro non è l'imitazione mal riuscita di Barcellona. L'hanno costruita affianco, le hanno dato un nome simile ma non sono riusciti comunque ad avere successo. Per cui la gente di Badalona dice di venire da Barcellona.
Pare che a Badalona non abbiano le ramblas, ma le "bamblas". Hanno anche la "Bagrada bamilia", mangiano baella e hanno una squadra di calcio, che ha nomi di primissimo piano come Ronaldonho, che è anche lo sponsor ufficiale dell'imitazione delle scarpe Nike.

La povera Maria, si è beccata insulti per settimane. Poi ci ha promesso "Sabato torno a Badalona per un paio di giorni e vi porto delle cartoline di Badalona: dopo che l'avete vista mi potrete dire se è bella o brutta"

Solo che Badalona è talmente brutta, che la povera Maria mi ha confidato sconsolata che non ci sono cartoline di Badalona ( è come pretendere di trovare una cartolina di Monserrato).
Maria ha avuto anche la sfortuna di fare con noi una gita a Bamberg. Bamberg è una tipica cittadina bavarese, rimasta ancora intatta nonostante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Come tutte le città è tedesche è costruita sul fiume. E come ogni città turistica che ha un fiume ha anche una barca che attraversa il fiume. Il tour parte dal centro della città. costa 7 euro e dura 80 minuti. Da buoni turisti, decidiamo di prendere la barca. All'inizio il paesaggio è delizioso: casette piccole, tutte in legno, magari con un piccolo giardinetto sul fiume. Gli abitanti ci salutano divertiti. Ma solo dopo due minuti capiamo il perchè se la ridono così tanto di gusto.

Dopo i primi due minuti di case bavaresi, la barca esce da Bamberg e vira verso Domberg. La storia di Domberg e di Bamberg è molto simile alla storia di Badalona e Barcellona.

Qualcuno accecato dall'invidia per Bamberg, ha fatto sorgere accanto ad essa la sua imitazione. L'ha chiamata Domberg e ha cercato di farla il più brutto possibile. Niente case tipiche bavaresi, ma palazzi degni dell'architettura tardo-comunista e centinaia di industrie costruite lungo il fiume.
E noi per 78 minuti di tour ci siamo dovuti sorbire Domberg e la sua magnifica zona industriale.
Presto metterò online il video, perchè è veramente un capolavoro dell'imbroglio! L'unico aspetto positivo della gita in barca, è che almeno Maria un pò si è sentita a casa...

Aneddoti

Perchè la vita è degna di essere vissuta? A volte bastano piccoli momenti. Eccone alcuni.

Io e Carlo siamo appena usciti dalla stanza e stiamo percorrendo il corridoio
"Geppo, lo senti anche tu?" mi chiede Carlo
"Che cosa?" gli rispondo
"Questa puzza! E' fortissima...Non la senti?" continua lui
Io confermo "Si in effetti è forte...Però è strana..."
Quindi Carlo chiede "Vorrei proprio sapere da dove proviene..."
In quel preciso istante, spunta di fronte a noi una bambina cinese. Che probabilmente non puzzava, però sicuramente si è beccata una fragorosa risata in faccia...

"Facciamo tutti insieme una foto!" dice Theo.
Ci abbraccia tutti e comincia a fare foto da ogni angolazione.
"Su dite Cheese" scherza lui
"E ora voglio una foto solo con gli italiani!"
Voi mi chiederete "Cosa c'è di strano in tutto ciò?", e io vi risponderò "Niente". Se non che noi exchange students occidentali eravamo palesemente imbarazzati dal fatto che stessimo facendo foto da stadio nel bel mezzo di una chiesa...

"Piacere, sono Chin-Chao Jan" ci ha spiegato un ragazzo cinese "Però chiamatemi Theo"
I ragazzi cinesi quando vengono in Europa trovano spesso problemi nel fare capire il loro nome a noi occidentali. Per questa ragione, si scelgono un nome europeo. Il nostro caro Chin-Chao Jan ha scelto Theo, pensando che fosse un nome figo. Poi qualcuno deve avergli spiegato che Theo tanto figo non è. Infatti, qualche giorno dopo a lezione di tedesco, durante le presentazioni:
"Salve a tutti, sono Chin-Chao Jan. Però chiamatemi Dale"
E anche lui probabilmente non puzzava, però si è preso una fragorosa risata in faccia.

Immaginatevi di essere a cena ed avere un ospite. Al termine del pasto, chiedete gentilmente al vostro ospite di dare un voto alla cena.
Un ragazzo occidentale vi risponderà normalmente, magari vi prenderà in giro per la domanda.
Un ragazzo cinese vi rutterà in faccia e vi farà un ghigno.
Prima che chiunque mi dia del razzista, è bene fare due precisazioni. Io non ho mai invitato cinesi a cena, ma qualche mio amico che li ha invitati mi ha detto che dopo la cena hanno passato la serata a ruttare, perchè per loro è un modo di esprimere il loro gradimento. Anzi, sei un maleducato se non rutti!
La storia del ghigno, invece, me l'ha confidata "Theo"...I cinesi quando contano con le mani hanno un sistema diverso dal nostro. E per loro il ghigno corrisponde al numero 8. Però non dappertutto: infatti, l'ho provato a fare ad una ragazza di Hong Kong e mi stava per dare uno schiaffo.

Una sera nessuno era riuscito a rintracciare Carlo. C'è chi l'ha chiamato al telefono, chi l'ha cercato su Msn e chi ha bussato personalmente alla sua porta. Nessuno l'ha trovato. Io sapevo che Carlo nelle ultime 68 ore aveva dormito solo per 8. E che nelle restanti 60 il 50% del tempo stava bevendo. Per cui mi sono immaginato che stesse dormendo. Però in effetti era mezzanotte e non si era ancora fatto vivo.
All'una vedo il cellulare squillare ed è Carlo che mi chiama
"Carlo dov'eri finito???"
"Stavo dormendo dalle 2 del pomeriggio. Mi sono appena alzato."
"E ora cosa fai? Lo sai che non riuscirai mai a riaddormentarti?"
"Si, si...Infatti ora mi lavo la stanza sino alle 5 del mattino e poi me ne torno a letto..."

"Ma perchè Geppo non arriva?" si chiedeva Carlo durante la lezione. Mentre Giuseppe dormiva. "Maria, tu sai che fine abbia fatto? Sono preoccupato...Di solito quando dice di venire a lezione, viene." Continua a chiedersi sempre più in paranoia.
Al termine della lezione, dato che non rispondevo al cellulare, decide di venire con Maria nella mia stanza per controllare se fossi lì. Comincio a sentire la porta sbattere con ansia. "Geppo apri!!!"...Io mi alzo e gli apro la porta. E Carlo mi saluta cordialmente:
"Vaffanculo!"
Poi riprende il fiato. "E grazie al cielo"e si tranquillizza " Aiuto che spavento mi hai fatto prendere!". Io continuo a non capire perchè fosse così in ansia. Dopo qualche istante Carlo mi spiega perchè era giustamente in uno stato d'ansia non indifferente. "Ero convinto che stessi andando in bicicletta e che fossi caduto e che ti fossi fatto male e che ora fossi in ospedale. E che non rispondessi per questo."

Quando si ha 22 anni e si vive fuori di casa, ogni giorno si impara qualcosa di nuovo. Ieri per esempio ho imparato che non è mai una mossa saggia mettere a lavare tutti i pantaloni che si hanno insieme. Perchè se poi si deve andare per forza a lezione ( poniamo per esempio che si debba restituire per forza un quaderno ad una collega) e i pantaloni non sono asciutti, si è costretti ad andare a lezione in pigiama.
E vi assicuro che è stato imbarazzante...

"Io non sono la chacha (donna delle pulizie) di nessuno" continua a spiegare con orgoglio Laura, una ragazza spagnola che abita sopra Carlo. Il poveraccio sta cercando qualcuno che per 20 euro gli pulisca la stanza una volta la settimana e che gli faccia anche la spesa, ma lei non ne vuole sentire anche se ha ammesso che il lavoro è ben pagato.

"Questa è sicuramente la peggior pasta che abbia mai mangiato"
Mi ha spiegato il mio vicino, dopo aver provato la mia pasta tonno, olive e capperi. Avevo sbagliato le porzioni del sale (qui non si trova il sale grosso ed è veramente difficile capire il tanto giusto). Faceva talmente schifo che l'abbiamo entrambi lasciata totalmente nel piatto. Poi però Marcel mi ha consolato " Le olive non sono malissimo: si possono mangiare..."

L'altro giorno sono andato a cena da una mia amica spagnola. Avevamo deciso di cucinare insieme una carbonara. Quindi ho portato una scatola di uova e del parmiggiano. Alla fine della cena, mi ha detto che lei si era comprata un cuscino nuovo e mi ha chiesto se volessi il suo vecchio. Io, dato che sono abituato a dormire con due cuscini, ho accettato.
Mi sono ripreso le uova e il parmiggiano, mi sono messo il cuscino sotto braccio e per tornare nella mia stanza sono passato per la strada. Mentre esco dalla porta ( avevo il viso pallido da quanto ero stanco) incrocio lo sguardo compassionevole di un ragazzo. Continuo a camminare e anche un altro ragazzo mi guarda un pò dispiaciuto. Come se volesse dirmi "Ah, come ti capisco! Queste donne!"...Io lì per lì non ho capito tutta questa attenzione. Poi mi sono accorto che ero nel bel mezzo della strada, sotto la pioggia, con un cuscino sotto braccio e una scatola di uova e un pezzo di formaggio in mano. E che nessuno più di me sembrava un poveraccio appena scaricato dalla fidanzata...

lunedì 26 marzo 2007

"Corso rapido di attraversamento stradale internazionale"

Anche se non sembra, per capire alcune differenze tra popoli, basta camminare per strada facendo attenzione a come la gente attraversa la strada.
In questo mese è stato divertente vedere come attraversa la strada un latino (italiano o spagnolo), un tedesco e un messicano.

LATINO: che sia verde o rosso poco importa. Dà uno sguardo veloce alla strada: se non c'è nessuno passa tranquillo. Se c'è qualcuno passa correndo.

TEDESCO: aspetta sempre pazientemente il verde. Non importa che la strada sia trafficatissima o vuota: rosso vuol dire rosso e verde vuol dire verde. Mi ha raccontato una mia amica che una notte ha visto un pedone tedesco alle 5 del mattino, in una strada vuota, che aspettava il verde. Mi hanno spiegato che in Germania anche gli autisti sono inflessibili: supponiamo ci sia uno stop. Una macchina, che non ha il diritto di passare, impegna ugualmente la carreggiata. Un normale italiano manderebbe a quel paese la persona, ma , a meno che non sia un napoletano che cerca di farsi soldi alla faccia delle assicurazioni, non passerebbe mai. Perchè per gli italiani è importante non farsi fregare, ma è ancora più importante non farsi male. Insomma, più che salvarsi la faccia è importante salvarsi il culo ( come si può dedurre da due guerre mondiali, iniziate con i più forti e finite con qualche salto della quaglia sempre con i vincenti...). Per i tedeschi è diverso. La macchina ha impegnato la carreggiata quando era il mio turno? E io passo lo stesso! E voi gli direte "Ma no! Ti fai male!" e lui vi risponderà " Ma è il mio turno!". Perchè non è importante salvarsi il culo, l'importante è rispettare il turno...

MESSICANO: mi è capitato qualche volta di attraversare la strada con dei messicani. Molti penseranno: "I messicani sono come i latini, passano sia col verde che col rosso". E invece no. I messicani non passano nè col verde nè col rosso! E non perchè sono pigri ( provate a chiedere ad un messicano il suo numero di telefono: non ve lo dirà mai, al massimo vi darà il suo cellulare e vi chiederà di copiarvelo...) ma perchè hanno paura! Mi hanno spiegato " A Città del Messico devi sempre controllare che non ci siano macchine. Anche quando è verde per i pedoni. Agli automobilisti non gliene frega nulla del diritto dei pedoni." e poi hanno aggiunto "Ma d'altronde a Città del Messico è pieno di persone che per 10 euro ti uccidono chi vuoi. Basta che non sia una persona importante."
Se per altro qualcuno mi può aiutare a risolvere un dubbio, mi fa un piacere: l'altro giorno stavamo camminando per Bamberga e una ragazza messicana, stupita per il fatto che mi ricordassi la strada, mi ha chiesto se avessi studiato a scuola come leggere le cartine delle città. Io le ho riso in faccia, dicendole che basta un minimo di buon senso per sapersi orientare. Lei mi ha detto che in Messico, nessuno sa leggere le cartine. Perchè non c'è la "Cultura delle mappe".
A quel punto è intervenuta una norvegese che mi ha spiegato che in Norvegia c'è la "cultura delle mappe":infatti, si studia a scuola...
Io spero che tutto ciò non sia vero. Perchè altrimenti ho sempre meno fiducia nella globalizzazione...

mercoledì 21 marzo 2007

Norimberga: città di tolleranza e di conigli...


"Qui a Norimberga siamo famosi perchè siamo sempre stati molto tolleranti verso le diversità religiose" spiegava la guida, mentre camminavamo per il centro della città.


Un'associazione studentesca cattolica, insieme ad una protestante ci hanno offerto un tour gratuito della città con una loro guida. Che, secondo la tradizione storica della città, si è dimostrato estremamente tollerante e obiettivo nelle seguenti occasioni:


"Vedete, la chiesa cattolica rubava un sacco di soldi ai cittadini di Norimberga. La gente pagava per ottenere un posto in paradiso."E una...


"Sapete, qui la chiesa cattolica non permetteva ai dissidenti di parlare. Per questo gli artisti locali hanno lasciato un sacco di piccoli segnali. Per esempio, in questo sarcofago" ripeteva indicando il sarcofago di S.Sebaldo, che essendo un santo è cattolico ( i protestanti non venerano santi) " è raffigurata la giustizia. Ma, come potete vedere, la signora che rappresenta la giustizia ha le gambe nude. Questo sta ad indicare che la giustizia della chiesa cattolica è come una prostituta" E due...


"Spero che abbiate letto il codice da Vinci".E tre e anche e quattro...


" Questo bassorilievo, invece ( invece?), critica il clero: gli artisti si sono divertiti (indubbiamente) a rappresentare i cardinali mentre gozzovigliano, circondati da prostitute..." E cinque...


" Secondo voi, questa chiesa è cattolica o protestante?" chiede ad un certo punto

" Cattolica sicuramente, ci sono dei santi raffigurati!"

"E invece no! E' protestante!" spiega fiera "Vedete, questa chiesa un tempo era cattolica. Poi dopo Martin Lutero è diventata protestante. Solo che le statue, i quadri e le vetrate che rappresentavano santi erano di gran valore e davano lustro alla città. Per cui i cittadini decidettero di mantenerli dentro la chiesa"


Pensa te che tolleranti...


Avete presente le barzellette tipo "Ci sono un italiano, un inglese e un francese...", in cui l'italiano fa sempre la figura del figo e gli altri dei tonti? Bene, ogni popolo cambia le barzellette a proprio favore!

La nostra tollerante guida turistica, però, fa lo stesso giochetto anche con le leggende che girano sui pittori e gli piace far fare la figura del figo agli artisti tedeschi. Per capire quanto sia patetica questa leggenda, è doveroso fare una premessa. Albrecht Durer nacque a Norimberga e fu un celebre artista rinascimentale. I tedeschi, che non mi stancherò mai di ripetere che sono dotati di uno straordinario buon gusto, come dimostrano quando indossano i sandali con le calze o quando girano nudi nei parchi, hanno stabilito che tra tutti i suoi quadri ce ne è uno particolarmente bello. Ed è un quadro che rappresenta un coniglio.
Leggenda italiana ( l'originale) : Pare che Michelangelo avesse disegnato una mosca su un quadro del suo maestro. Quando questo ritornò e vide la mosca, pensò che fosse vera e cerco di scacciarla con la mano...

Leggenda tedesca: Pare che Durer avesse disegnato una mosca su un quadro di Michelangelo. Quando questo ritornò e vide la mosca, pensò che fosse vera e cercò di scacciarla con la mano...

Ora, io non so quanto fosse realistica questa fantomatica mosca disegnata da Durer. Però, cari miei tedeschi, se Durer l'ha fatta passare per vera, deve per forza averla disegnata molto meglio del coniglio...

domenica 18 marzo 2007

S.Patrick's day: una vera giornata al pub




Ieri ho passato, per la prima volta nella mia vita, un'intera giornata al pub.
Reduce da una dura serata in discoteca, mi sono alzato alle 3 e mezza del pomeriggio. Alle 4 sono arrivato al pub e ci sono rimasto sino a mezzanotte e mezza. Dopo aver chiuso il locale, me ne sono tornato a dormire.

Ma perchè passare un'intera giornata al pub? La risposta non è "per sbronzarsi!" ma "per S.Patrick's day". E, a dire il vero, la differenza tra le due risposte non è poi così tanta.

Oltre che essere la festa nazionale irlandese, questo 17 Marzo c'è stata la giornata di chiusura del 6 nazioni, il più importante torneo europeo di rugby.

Gli irlandesi solitamente non giocano sport inglesi: gli unici sport giocati a livello nazionale sono l'hurling e il gaelic footbal. Riguardo al primo, si vantano del fatto che sia lo sport più veloce del mondo. In realtà è lo sport più pericoloso del mondo: immaginatevi una partita di rugby con mazze da hockey e con una pallina da baseball e avrete un'idea di quanto sia pericoloso l'hurling. Riguardo al secondo, vorrebbe essere uno sport unico al mondo; in realtà altro non è che un miscuglio tra calcio e rugby. Che sono due sport inglesi...
Nonostante ciò gli irlandesi non sono del tutto insensibili al fascino degli sport inglesi. Hanno una loro squadra di calcio, il Celtic, che gioca in Scozia e che non accetta giocatori protestanti. E amano anche il rugby, dato che è l'unico sport in cui possono battere gli inglesi.
L'Irlanda non vince il 6 nazioni dal 1984: quest'anno era la squadra più forte. Non ha vinto per una meta assegnata alla Francia all'ultimo secondo. Potete immaginare la delusione degli irlandesi, battuti il giorno di S.Patrizio...all'ultimo secondo. E invece no!
Al pub le facce triste sono scomparse molto velocemente, e non per i boccali di Guinness ingurgitati. Terminata la partita dell'Irlanda, sugli schermi del pub hanno trasmesso Inghilterra-Galles.
In tutto il mondo vige il detto "L'importante non è vincere, ma partecipare."
In Irlanda il detto recita così "L'importante non è vincere, ma che gli inglesi perdano"
L'Irlanda non avrà vinto il sei Nazioni, ma gli Inglesi hanno perso contro il Galles e questo è sufficiente per continuare a bere seneramente.

Devo essere sincero, il clima che c'è nei pub irlandesi (nei veri pub irlandesi) è veramente unico: anche ieri c'era musica (irlandese) dal vivo e tutto (ma verametente tutto) il pub pieno di irlandesi che cantavano. Gli irlandesi, essendo sicuramente un popolo tanto nazionalista quanto di spirito, vestivano tutti di verde e con enormi cappelli a forma di Guinness. Nel pub c'era anche uno scozzese che a un certo punto ha urlato "Fanculo agli inglesi" e uno si è alzato "Ehi! Io sono inglese!" e lo scozzese gli ha risposto "E a me cosa me ne frega? Sono scozzese!"

Altro personaggio pittoresco del pub era una ragazza seduta accanto a me: totalmente ricoperta di piercing e di tatuaggi, aveva i capelli tinti di rosso a strati e stava con un danese ebreo, vestito da ebreo. I due, che erano seduti accanto a me, hanno cominciato a dedicarsi a effusioni non proprio consone in pubblico. Poi lei ha attaccato bottone e mi ha confidato una dritta non da poco "Vedi, a due minuti di camminata da qui c'è un locale veramente fighissimo..." "Perchè fighissimo?"le ho chiesto io... "Beh è fighissimo perchè puoi addormentarti sui tavoli e vomitarti addosso, e nessuno ti dice nulla!"... Pensate un pò che bello! Proprio come un piccolo paradiso terrestre...
Un ultimo commento lo merita la foto: la prima è stata fatta all'Irish pub a Cagliari l'anno scorso. L'altra è stata fatta all'irish pub a Norimberga quest'anno. Analizziamo gli elementi in comune nelle due foto:
- in entrambi i casi siamo vestiti di verde
- in entrambi i casi siamo abbracciati con perfetti sconosciuti
Analizzando, invece, le differenze notiamo che nella seconda foto qualcuno ha immobilizzato Carlo, ficcandogli una scopa su per il culo.

Facoltà, cellulare, discoteca e sosia perfetta...



Ieri è stata una gran giornata: ho seguito la mia prima lezione, mi sono comprato il cellulare, sono andato per la prima volta a ballare.

La prima lezione mi ha fatto un'ottima impressione: la facoltà dove studio è situata in un enorme edificio di vetro che dà sul parco. Il 50% degli studenti del mio corso sono stranieri e provengono da tutto il mondo. Le lezioni sono di solito seguite da classi composte da 15 a 30 persone. Inoltre, le lezioni, che sono tenute in inglese, si suddividono in una prima parte teorica e in una seconda in cui si mette in pratica ciò che si è imparato nella prima parte. Sembra una cosa banale, ma in realtà è molto utile e coinvolgente. A lezione ho conosciuto anche un ragazzo tedesco che verrà a fare l'Erasmus a Cagliari.

Sono anche andato a ballare per la prima volta in una vera discoteca: in tutta la mia vita non avevo mai visto una così alta concentrazione di belle ragazze. Marcel, il mio vicino di stanza, mi ha detto che le ragazze di Norimberga sono considerate le più belle della Germania.

Nonostante tutte queste novità, ciò che mi ha colpito di più è stata la ragazza che vedete ritratta nella foto. La stavo fissando da un'ora perchè mi ricordava qualcuno. Dopo un pò, mi sono ricordato di chi fosse la sosia perfetta: ANTONELLA CLERICI! Essendo sotto i fumi dell'alcool, ho ponderato un pò e sono giunto alla conclusione che la scelta più saggia da fare fosse quella di chiederle di fare una foto. Le ho spiegato la situazione e lei non si è rifiutata. Però mi è apparasa un pò seccata dalla situazione; infatti, mi ha confidato che lei non ne può più. Non è la prima volta che un italiano la ferma per dirle che è identica ad Antonella Clerici, e lei lavora in un ristorante dove ogni giorno uno chef italiano le ripete che fa impressione quanto le somigli...

venerdì 16 marzo 2007

Nuova posa: "Carlo's picture"















Carlo, essendo una persona flessibile, ha 2 pose nel fare foto: con una ci ha allietato per tutto il liceo. Nell'80% delle foto in discoteca, si faceva prendere in braccio a gambe all'aria. A Norimberga, ha inaugurato una nuova posa.




Quando bisogna fare una foto, è sempre spiacevole il fatto che chi scatta la foto non venga immortalato. Molti avrebbero da ridire "Basterebbe chiedere a qualche passante se può scattare una foto...". Oppure esiste un altro metodo che si chiama "Carlo's picture". Basta stringersi attorno a quello al centro (Carlo) e questo scatta una foto in cui ci sono tutti.




Ci sono due inconvenienti:




a) Uno potrebbe essere nella città proibita a Pechino, come in un seminterrato a Guspini che cambia solo lo sfondo dietro.




b) Come si può notare dall'immagine sopra, quando quello al centro scatta la foto, a volte non se ne accorge neanche...

La mia reggia







Questa è camera mia.

Inizialmente, c'erano solo il tavolo e la sedia. Poi sono arrivato io, e ho dato un tocco di eleganza alla stanza...




1) Ho rimediato per 10 euro ( che mi restituiranno) la tenda color grigio topo al centro, e per altri 10 (che mi restituiranno lo stesso) le due tende cilene laterali. Concorderete con me che, se avessi messo una busta dell'immondezza e due asciugamani sui lati, sarebbe stato molto più sobrio e sarebbe entrato anche meno sole...




2) Sono molto fiero del mio angolo tostapane. L'ideale per far finire briciole tra i tasti del pc...




3) L'ultimo lusso che mi sono concesso è la poltrona: raccolta in mezzo alla strada, è coperta da un copri-piumone arancione. Voi mi chiederete: "Come mai uno ha un copri-piumone in più?" La risposta è semplice: mi ero comprato il copripiumone senza avere il piumone. E voi potreste ribattere "E perchè ti sei comprato un copri-piumone senza avere un piumone?". E io sarò sincero. Onestamente, me lo sto chiedendo anch'io. Penso di essermelo comprato convinto di comprarmi un lenzuolo...
4) Infine, ho trovato simpatico anche mostrare ciò che vedo dalla finestra. Provate a immaginare: la mattina vi alzate con un sole che spacca le pietre, dato che le tre tende, seppur belle, coprono la luce meno di uno strato di carta velina. Ancora impastati dalla birra della sera prima, vi alzate dal letto, spostate la tenda...e Ta-daaan! Vista dal primo piano sull'unico campetto in Germania dove non cresce l'erba. I tetti spioventi sullo sfondo non sono male, ma il resto del paesaggio è misero quanto un presentatore della sagra delle susine...











martedì 13 marzo 2007

Il gioco dei fiammiferi...

E' stato un'istante però mi ha regalato veramente una risata di gusto.
A Norimberga c'era una giornata bellissima, per cui io e Carlo decidiamo di andare a prenderci una birra all'aperto. Ci sediamo in un tavolino che poi si scopre essere inutilizzabile: dei ragazzi seduti vicini, ci offrono gentilmente di sedersi accanto a loro. Io e Carlo ne approfittiamo e cominciamo a chiedere informazioni su locali, feste della birra, città in cui andare a fare gite. I ragazzi sono gentilissimi e ci riempiono di informazioni. Dopo un paio di minuti, però, ci accorgiamo che uno di loro muove le mani in maniera strana, molto femminile. Un altro comincia a dire che a Norimberga la gente “è chiusa di mentalità”. Un altro ancora che adora la Francia.
Io e Carlo ci capiamo con uno sguardo. Siamo finiti al tavolo con tre gay.
I 3 sono sempre più gentili, e, dato che durante la chiaccherata gli avevamo chiesto quali fossero i ristoranti migliori di norimberga, decidono di fare un pezzo di strada in più, per mostrarceli (i ristoranti...)...
Io e Carlo andiamo a recuperare le bici “Carlo, ma l'avranno capito che non siamo gay?” “Boh, penso di si...speriamo che non facciano mosse azzardate...”
Arrivati al ristorante, uno di loro preme per mostrarci le foto di Norimberga subito dopo la guerra. Comincia a spiegarci “ I bombardamenti colpirono il 90% degli edifici, la città era totalmente da ricostruire e...”. In quel momento, al ragazzo (che era dietro di noi) scivola un pacchetto di fiammiferi dalla mano e finisce tra i piedi miei e quelli di Carlo. Entrambi, quando cade qualcosa a qualcun'altro, abbiamo l'abitudine di raccoglierla. Ma non questa volta. Dopo un paio di secondi di imbarazzo, Carlo gli dice “Ti sono caduti i fiammiferi...”...E io lì mi sono dovuto girare perchè non sono riuscito più a trattenermi dalle risate.

Il mio vicino

Ci sono personaggi che nella vita si incontrano solo una volta. Un mio amico, per esempio, riusciva a spegnersi le sigarette sulla lingua; un altro lavorava come tester di videogiochi alla Nintendo; un altro ancora riusciva ad aprire una bottiglia con qualsiasi oggeto ( “E' solo una questione di leve”, mi spiegava mentre apriva una birra, facendo leva con un cartone di succo di frutta): ora, entra di diritto in questa classifica anche il mio nuovo vicino di stanza.

Solitamente i tedeschi sono gente seria, grandi lavoratori: il clima rigido e una lingua che sembra fatta apposta per comandare, hanno forgiato dei guerrieri formidabili.
Ed un cazzone: si chiama Marcel ed abita di fronte a me.
Penso che sia ciò che si avvicini più compiutamente al concetto di “grande, grosso e balosso”. Alto due metri, ha la faccia di uno che non sai mai se abbia capito o meno ed è una delle persone più allegre che esistano a questo mondo. Dotato di un fine humour anglosassone ( ha passato la serata a fare battute su sorelle e mamme di tutti), è l'unico tedesco che non parla l'inglese.
Essendo una persona seria, si è ricreato in camera una discoteca. Niente noiose scrivanie, foto di amici e libri. Su tutti i lati della stanza, c'è un bancone da bar che si è costruito lui: c'è anche un mini-frigo trasparente da discoteca; le sedie sono quelle alte da pub e, al muro, sono appese bottiglie con il collo verso il basso, così da poter fare cocktails. Sul muro trionfano anche calendari da playboy. Per terra, ci sono due casse enormi da discoteca; sul soffitto è attaccata un'enorme bandiera della BMW, e sull'armadio ci sono luci da discoteca professionali ( strobolo incluso).
Nelle poche ore in cui l'ho conosciuto, ha dimostrato di essere grande grosso e balosso nelle seguenti occasioni:

1)6 del mattino al Mc Donald's della stazione dei treni: un ragazzo enorme (il più grosso della sala) si è accasciato sul tavolo e sta dormendo. Marcel, dopo un'attenta analisi, decide di svegliarlo, battendo con forza le mani sul tavolo per 5 secondi. Poi scappa...L'unica mossa più da imbecille che poteva fare era ficcarsi un chiodo tra i denti..
2)6 del mattino al Mc Donald's della stazione dei treni: considerando che sono le sei del mattino e che tutti stanno andando a letto, decide di comprare altre 4 birre. Mi spiega, inoltre, che, secondo lui, la stazione dei treni è un ottimo posto per rimorchiare ragazze...
3)6 e mezza del mattino, camera sua: invita me e un altro ragazzo a bere qualcosa da lui. Ovviamente di alcolico. Poi accende al massimo le casse (e potete immaginare il chiasso che fanno due casse da discoteca) e le luci da discoteca.
4)3 del pomeriggio del giorno dopo: mi accompagna a vedere Inter-Milan. Alla fine della partita mi spiega che ha un po' di sonno, perchè non è andato a dormire. Ha continuato a fare festa (da solo!!!) sino alle 3. Per poi dormire 20 ore di fila. E con questa ha battuto anche il chiodo tra i denti...

sabato 10 marzo 2007

L'erasmus malato: differenze tra la mamma e il sostituto della mamma

Chiunque abbia vissuto lontano da casa, ha provato l'ebrezza di essere solo e malato.
E' una sensazione abbastanza brutta, soprattutto quando in testa rimbomba il ritornello degli 883 che faceva così: “Bello, non ti passa più; te la sei voluta tu...Vuoi la bicicletta e poi pedalare e fatti tuoi” (Forse quella degli 883 era un po' più volgare...).
Essere malati fuori casa significa 2 cose:
1) andare imbaccuccati a comprarsi le medicine normali
2) niente medicine speciali, che non sono quelle omeopatiche, ma le amorevoli cure della mamma.

Nel mio caso di specie aggiungerei anche un fantomatico punto 3
3) Niente fratelli che fanno chiasso

Chiunque abbia vissuto all'estero, ha anche qualcuno che, nel momento del bisogno,si sostituisce nelle cure della mamma. E lo fa a modo suo.
Nel mio caso, è stato il buon vecchio Carlo: vediamo le differenze fondamentali tra i due modi di prendersi cura del malato

Mia Mamma:
- Entra in camera e chiede con dolcezza “Giuse...come stai?” “Male mamma, ho un po' di influenza”. E, allora, la mamma subito consiglia “Stai a riposo, non uscire.”
- Quando va a comprare il pane, prende una focaccia solo per il malato (alla faccia degli altri fratelli) e magari me la porta a letto con un succo di frutta alla pera.
- Va in farmacia a comprare le medicine.
- Per pranzo prepara il brodo.
- Ogni volta che torna a casa mi chiede “Come sto?”.

Carlo:
- Mi chiede su Messenger: “Come va?”. Rispondo “Male Carlo, ho un po' di influenza”. E allora Carlo mi spiega “Sei la solita checca. Muoviti a lavarti che abbiamo appuntamento con gli altri tra un quarto d'ora!”
- Gli dico che sto male veramente e che starò a casa; e gli chiedo se mi può portare qualche medicina perchè ho mal di gola. Dopo un'ora squilla il citofono: “Geppo, sono sotto con due bustine di the e un dado per farti il brodino. Scendi che non ho voglia di legare la bici”
- Come scendo a recuperare “le medicine”, arriva il migliore dei consigli “Senti Geppo, l'altro giorno anche io stavo male, ma sono uscito lo stesso e dopo sono stato meglio. Ti consiglio vivamente di uscire: così ti passa l'influenza...”
- Non si capisce perchè, ma decido di ascoltare il consiglio di Carlo: vado con lui a casa di un amico messicano che abita a 10 minuti da casa mia. Lì Carlo comincia a cucinare; il messicano stava male...per cui tocca a me andare a comprare le birre.
- Mentre sono sulla strada (dell'influenza), Carlo prepara amorevolmente il the (che è quello che aveva portato a casa mia) per me e per lui. Solo che per tornare a casa del messicano ci impiego troppo tempo, per cui, logicamente, si beve anche il mio. Poi, però, mi conforta spiegandomi “Non tornavi...guarda, quando l'ho bevuto era anche freddo...”

Carlo mi scuserà perchè l'ho un po' romanzata ( in realtà è stato molto gentile) e soprattutto spero non si offenda perchè altrimenti, la prossima volta che starò male, mi toccherà chiedere aiuto al mio vicino di stanza. E' un armadio alto 2 metri, viene dalla regione del Nieder Sachsen (che fa paura a solo sentire il nome), quando l'ho conosciuto era sbronzo e ha addobbato la camera come se fosse una birreria (bottiglie appese a testa in giù al muro, bancone al posto del tavolo, calendario di Playboy): se gli chiederò il piacere di portarmi medicine ho paura che non mi porterà il the, ma una bottiglia di JagerMaister. E spero che non me la spacchi in testa...

venerdì 9 marzo 2007

Mamma mia...La pasta!!!

"ahahah!!! ciao geppo! certe descrizioni mi riportano a qualke mese fa quando, lassù in Finlandia, la cucina della mensa era aperta dalle 10 alle 2 e noi italiani ke puntualmente arrivavamo all'1 e mezza non trovavamo piu quasi nulla!
PS: tra un po comincerete a trovare gente ke si autoinvita a casa vostra con la scusa di voler assaggiare la vera pasta italiana. tipico!"


Questo è il commento di Andrea, conosciuto da tutti come Murru (gira la leggenda che anche i genitori lo chiamino così) , un mio amico che ha fatto l'erasmus in Finlandia.
Devo dire che la sua previsione (“tra un po comincerete a trovare gente ke si autoinvita a casa vostra con la scusa di voler assaggiare la vera pasta italiana. tipico!”) si è avverata con una precisione straordinaria:
-ho letto il commento
-Carlo ha cucinato per cena
-i miei vicini di stanza tedeschi, a cui abbiamo offerto da mangiare mentre passavano di fronte alla stanza (io e Carlo stavamo mangiando dalla pentola con la porta aperta) , ci hanno supplicato di preparargli la pizza (INVITO NUMERO 1)
-un ragazzo spagnolo e uno messicano, sono passati in camera, l'hanno assaggiata e gli è piaciuta tantissimo
-Oggi Carlo è stato invitato a cucinare a casa loro(INVITO NUMERO 2).

Carlo e Giuseppe: la ruota e il mulo

Se c'è un aspetto lodevole dei tedeschi che non avevo tenuto in considerazione, è sicuramente il fatto che sono persone che non sprecano nulla e in questo hanno un enorme senso civico. In ogni supermercato, ci sono delle macchine automatiche in cui è possibile riportare le bottiglie usate in cambio di soldi: 8 cents per le bottiglie di vetro, 25 per quelle di plastica. In questo modo riescono a fare lavorare anche i barboni, che girano per i parchi a cercare bottiglie.
Per altro, questo metodo funziona anche in discoteca: quando uno finisce i soldi, può raccogliere bottiglie e portarle alla cassa. In cambio gli vengono date consumazioni: sicuramente uno non fa la figura del figo (“Una birra per me e una caipiroska per la signorina...Quante bottiglie costa?”), però può sempre essere utile. Anche per finire quel poco di dignità che resta a uno sbronzo spiantato.

Ma il loro amore per il riciclaggio non si limita alle bottiglie e alla quantità di negozi che vendono roba usata: ogni giovedì, chiunque voglia disfarsi di oggetti inutili, li lascia in strada. Si trova di tutto, da lavatrici (vecchie, ma funzionanti), a poltrone e a divani.
Tornando a casa, ho trovato una poltrona bianca, piccolina e, considerando la tristezza che traspira nella mia stanza, ho pensato “Mah si, concediamoci questa raffinatezza” e l'ho presa. Ero insieme a Carlo, a una mia collega e al suo fidanzato; avevamo due bici. Io e il fidanzato ci carichiamo sulle spalle la poltrona e cominciamo a macinare metri come due muli.
E qui Carlo, che, come ho già spiegato è un genio nell'arte dell'arrangiarsi, tira fuori un'idea degna di un geniale cavernicolo: poggiare la poltrona sulla bici ed evitare la fatica. Devo ammettere, che, se fosse stato per il mio sofisticato cervello da mulo, l'avrei trasportata sulle spalle per tutto il tragitto...

PS Siccome, come ho già spiegato, non posso far fare la figura del figo a Carlo, vorrei sottolineare il business che stava proponendo durante camminata verso casa. “Dunque, mi organizzo con la bici , mi carico di oggetti abbandonati e poi li rivendo ai negozi dell'usato”. E farà soldi a palate...

Carlo e i cinesi: l'arte dell'arrangiarsi

A Norimberga tutti i ragazzi girano in bicicletta, per cui anche gli erasmus hanno deciso tutti di procurarsene una. Il prezzo per una bicicletta usata è tra i 40 e i 75 euro. Io la mia l'ho pagata 50; qualcuno la sua l'ha pagata 70; Carlo, che, quando si tratta di vil danaro, viene spesso baciato dalla dea bendata (in irlanda, in due giorni, trovò prima 400 euro abbandonati sul sedile di un bus, poi gli furono accreditati per errore 500 euro in più di stipendio e la compagnia per cui lavorava gli disse che se li poteva tenere), la sua bicicletta l'ha pagato 30 euro.

L'ha comprata dietro il mio studentato in un negozio di oggetti usati, gestito da due ragazzi cinesi (o giapponesi...) che abitano anche dentro il negozio. Anzittutto, siamo entrati quando il negozio era già chiuso; ma siccome vivono lì e si vergognavano a cacciarci ci hanno fatto entrare lo stesso.
Scelta la bici, il cinese si accorge che la dinamo è rotta: chiama allora il suo compare, che esce da uno sgabuzzino che, se possibile, era ancora più sporco del negozio. Questo tira fuori una saldatrice, e comincia a toccare cavi elettrici con le dita: era praticamente sicuro che qualcuno scoppiasse. Dopo cinque minuti di tentativi, il ragazzo si arrende e ci spiega che la situazione è irreparabile.
Carlo chiede allora se hanno dello scotch: i cinesi gli portano lo scotch e, senza esagerazioni, in 10 secondi, Carlo ripara la bicicletta.

PS Siccome è scorretto far fare la figura del figo a Carlo, è bene far notare che, appena uscito dal negozio, è entrato in paranoia perchè hanno impiegato troppo tempo a dargli le chiavi della catena. Secondo lui, se ne sono fatti una copia per poi fottergli la bici appena venduta. Che costa 30 euro. Per poi rivenderla nello stesso negozio...

giovedì 8 marzo 2007

Tifosi scemi

Ieri sono andato a vedere la Champions League in un pub di uno studentato: nella sala ci saranno stati 30 exchange students e vari tedeschi. Tra ragazze, americani, messicani ecc...quasi nessuno era interessato a Bayern Monaco-Real Madrid.
Tutti tranne uno.
Che ovviamente era spagnolo.
Ha passato la partita in religioso silenzio, seduto in prima fila, mangiandosi le unghie per 90 minuti ( penso sia arrivato ai gomiti): i tifosi del Bayern hanno passato la partita a cantare “Das ist so schon” (che significa “E' così bello”: è il coro del Bayern Monaco ed è, senza ombra di dubbio, la canzone più da osteria che abbia mai sentito). Il Bayern vinceva 2-0 sino a dieci minuti dalla fine: al Real Madrid servivano 2 gol di dieci minuti. Il primo arriva su rigore all'ottantesimo. Lo spagnolo si lancia in un'urlo solitario. All'ultimo minuto il Real segna di nuovo. Lo spagnolo fa un salto che quasi tocca il soffitto. I tedeschi sono ammutoliti. Dopo 30 secondi però il gol viene annullato. Lo spagnolo si risiede, con le mani nella posizione classica del tifoso che sta perdendo: come se stesse pregando, solo che con le mani copre il naso. Finita la partita, protesta per il gol annullato e per un altro paio di cose e poi in religioso silenzio se ne va.
Mediterranei e nordici sono diversi anche nel modo di seguire le partite: io, come lo spagnolo, avrei seguito la partita in silenzio, teso come una corda di violino. Non mi sarei mai sognato di farmi figo prima della fine della partita (anche perchè da milanista ho avuto un paio di brutte esperienze con Deportivo e Liverpool) e, dopo la sconfitta, me ne sarei andato sconfortato, a testa bassa, lamentandomi per gli errori arbitrali e permaloso come una donna in suo “giorno no” .
Per un nordico è diverso. Prima della partita, gli piace leggere nel giornale che la propria squadra è la più forte, che degli avversari rimarranno soltanto le ossa. Durante la partita si diverte, beve, incita la squadra a vincere, cerca di intimorire gli avversari. Esulta anche quando la sua squadra conquista un fallo laterale. Quando vince, continua a bere contento. Mentre quando perde, continua a bere contento.
Detto così, ci passa per scemo; ma considerando che alla fine se ne torna sempre a casa contento e con due litri di Franziskaner (o Guinness) nello stomaco, penso che tanto scemo alla fine non lo sia...


NB Dopo la partita del Real Madrid, hanno messo i supplementari di Milan-Celtic: i tedeschi hanno ribadito la loro mancanza di buon gusto tifando per il Celtic (può un amante del calcio, preferire una squadra scozzese ad una italiana?) e hanno gufato sino alla fine della partita. Io, che ovviamente non mi sono voluto sedere nella sedia dello spagnolo (che tra l'altro era seduto nel tavolo con un tifoso dell'Inter ed un altro del Barcellona, entrambe eliminate ieri), ho passato i due tempi a pensare a come rispondere a tono nel caso passasse il Celtic. Mi ero già studiato frasi tipo: “Non mi ricordo chi ha vinto l'ultima coppa del Mondo...”oppure “Voi tedeschi potrete insegnarci qualcosa di calcio solo dopo che ci sbatterete fuori dai mondiali 3 volte di fila...”.
Finita la partita, i tedeschi hanno applaudito la vittoria del Milan, facendo cenno di approvazione col capo e io mi sono sentito proprio uno scemo.


PS Altro discorso sono i tifosi arabi: Caniggia, giocatore argentino che ha concluso la carriera a 40 anni suonati in Arabia Saudita ( dice lui per rilanciare il calcio arabo e non per soldi...), raccontava che per capire i tifosi arabi ci ha impiegato un bel pò. Durante una partita decisiva per il campionato, segna all'ultimo minuto di rimpallo un gol decisivo. Comincia ad esultare ma vede che lo stadio è muto. A fine partita i compagni gli spiegarono che in Arabia si festeggia solo se il gol è bello: uno sceicco sosteneva inoltre che i giocatori non dovrebbero giocare con la tuta classica, ma con tuniche lunghe e che in campo non ci dovrebbe essere nessun arbitro, perchè l'unico arbitro è Dio...

Il paradosso tedesco

I tedeschi sono ordinati in tutto, tranne che in una cosa, che, paradossalmente, è l'unica cosa su cui noi italiani siamo assolutamente inflessibili: i pasti.
Qui l'unico pasto con un orario fisso è la colazione: il resto è terribilmente variabile, sia come tempi che come tipo di pasto.
La colazione è esattamente come ci si aspetta una colazione di una persona che non ha buon gusto: uova, pancetta, salumi, latte, musli e succo d'arancia. Tutta roba ottima. E' anche un pasto coerente per le esigenze di chi vive al freddo, con poche ore di luce. Però che nessuno pretenda che venga definito un pasto raffinato.
Dopo la colazione, inizia un via-vai di pasti che, forse, farebbe storcere il naso anche ad un Filigheddu: c'è chi pranza alle undici, chi a mezzogiorno, chi alle 3; c'è chi rimangia alle 4, chi alle 7 e chi alle 9. I pasti sono i più vari, anche se per la maggior parte sono sandwich.
Poi ad una certa ora si inizia a bere. Ma quella è un'altra storia...

Mi sono chiesto come mai i tedeschi, che sono ordinati in tutto, siano così disordinati nei pasti; a differenza di noi italiani, che siamo ordinatissimi solo nel mangiare: la risposta è semplice. Noi italiani, quando c'è di mezzo qualsiasi cosa che richiede più gusto estetico che altro, diamo il meglio di noi: un paio di anni fa ero rimasto sconvolto dall'affermazione di una mia collega svedese di Dublino. Lei odia tutte le persone che descrivono il cibo con passione, perchè l'unico scopo del cibo è quello di riempire lo stomaco per darci energie. E' un discorso che a noi pare assurdo, ma ,in effetti è molto pratico e penso che non si discosti molto dal pensiero dei tedeschi.
Noi italiani, invece, abbiamo fatto del cibo una questione estetica: il cibo non è solo un carburante; è un momento di estasi ed è anche un momento di conoscenza (sia culinaria che sociale).
Proprio per questo abbiamo una cucina che, a mio modesto avviso, è impareggiabile per bontà, varietà, salutarietà e costo.
E, proprio per questo, in tutto il mondo si mangiano pasta, pizza, focaccia, mozzarella e lasagne; mentre difficilmente troverete un brasiliano che, passeggiando sul lungomare di Rio, abbia voglia di farsi un bel crostino con crema di crauti...

martedì 6 marzo 2007

Il secondo giorno: la fine dei nudi artistici?

C'è poco da fare: nel Mediterraneo siamo tutti degli imbroglioni. Oggi un nostro tutor, che è turco, c'ha portato a prendere una scheda tedesca per il cellulare. L'offerta funziona così: tu paghi 10 euro al mese per 24 mesi, e puoi avere un cellulare fighissimo per pochi euro.
Il tutor turco ci ha offerto una super-gabola da buon mediterraneo: voi fate il contratto senza dire che ve ne dovete andare tra sei mesi, poi tra sei mesi rescindete il contratto. Pare che qua non si paghi una penale. A dir la verità, secondo il mio tutor tedesco si paga ed era molto preoccupato per questa mossa...Vedremo chi avrà ragione...
Anche oggi a Norimberga è stato avvistato un uomo ridicolo: barba lunghissima, gonna e tacchi a spillo. Ad essere sincero, quello di ieri riusciva ad essere più brutto, questo, in compenso, era molto più fastidioso...
La cosa che oggi mi ha stupito di più, invece, è stato scoprire che in Germania, se sei religioso, paghi più tasse: non ho idea del perchè, ma quando ti chiedono di registrarti all'ufficio immigrazione (e qui lo fanno tutti, compresi noi europei), nel modulo ti domandano se sei religioso o meno. Se dici di si, ti fanno pagare non so che tassa. Ovviamente, i tutor ci hanno consigliato di scrivere di essere atei e tutti i nostri piccoli S.Pietro, pur di non pagare tasse, hanno rinnegato la loro religione.
Oggi abbiamo passato la giornata a cercare una bici usata: qua tutti girano in bici, e ho deciso di prendermela; anche se effettivamente non sono un ciclista provetto. Inoltre non capisco bene come funzionino le piste ciclabili: in effetti, qua ci sono un po' di differenze tra il sistema stradale tedesco e quello italiano. Qui, si corre molto di più e molto più ordinatamente; ma la cosa più divertente sono i semafori. Infatti, c'è l'arancione anche prima del verde; per cui tutte le macchine, appena lo vedono, cominciano a far rombare i motori e poi partono a razzo.
Mi ha spiegato una ragazza tedesca che qui le macchine sono uno status symbol, più o meno come i vestiti in Italia: i tedeschi vivono per avere una bella macchina, poi magari si vestono come pagliacci e si mettono le calze con i sandali. D'altronde, come darli torto: nessuno ti vede i piedi quando stai facendo rombare il motore con l'arancione, e, mentre guidi nessuno direbbe neanche che sotto la folta barba sei in minigonna...
Dimenticavo: per cena ho preso il mio terzo Kebab in tre giorni. Domani cercherò di variare provando le famose salsicce di norimberga e i Pretzel. Altra commissione di notevole importanza è l'acquisto di un cuscino e di una tenda:
- in questi giorni il mio cuscino è stato un maglione, ficcato dentro la busta del sacco a pelo. E vi assicuro che per la testa è più comoda una lastra di marmo...
- la tenda, invece, è necessaria perchè sono al primo piano, con la finestra che dà sul parco. Ciò significa che quando fa luce (che è una cosa buona), mi sveglio presto (che è una cosa cattiva). E che quando esco dal bagno dopo la doccia, se i bambini del parco alzano la testa si trovano di fronte uno spettacolo che poco ha da spartire con un nudo artistico...

lunedì 5 marzo 2007

Il primo giorno: il nano vecchio

Dopo aver fatto le quattro bevendo birra con tutti gli altri Erasmus, io e Carlo ci siamo dati appuntamento alle 11 del mattino. E ovviamente ci siamo incontrati alle 2. Io per colazione ho optato per un Kebab rimasto in frigo dalla notte prima; mentre Carlo non l'ha voluto perchè era troppo pesante. Poi, dato che non c'era nulla di aperto, mi ha chiesto di accompagnarlo a prendere un Kebab. Mi ha poi fatto provare una tipica bevanda “alla Carlo”, ovvero una di quelle cose dolciastre che provava da piccolino e che in Italia non si trovano: si chiama “Mezzo”, ed è un' aranciata e coca-cola insieme. Penso che la Coca-Cola (come al solito), insieme ad altre lobby, si sia frapposta tra questa leccornia e la sua vertiginosa scalata verso il successo...

Abbiamo poi raggiunto gli altri e abbiamo cominciato a fare un giro della città: il centro è proprio carino, sulla falsariga di Praga, anche se ovviamente non così bella. Come Praga infatti ha il fiume, il castello che domina la città, le casette col tetto spiovente, una chiesa meravigliosa, birre e salsicce. In compenso, qui “i maiali” non sono italiani e fanno far soldi solo con le salsicce...

Il centro della città pullula di negozi di vestiti, ristoranti, bar e pizzerie con nomi italiani: in questo i norimberghesi si sono dati alla pazza gioia, seppur con risultati alterni. Il più discutibile è sicuramente il parrucchiere “Belli capelli”, subito seguito dal bar spagnolo “Bar Celona”: saldo in vetta, resta comunque il motel, avvistato da Marco Severino a Bergamo, il “Gugliel Motel”.
Sempre nel centro della città, penso di aver visto uno degli spettacoli più patetico/raccapricianti della mia esistenza: sotto un portico due signori elegantemente vestiti suonavano il violino ; 10 metri più avanti, manco farlo apposta, compare un nano. Però, non è un semplice nano, è un nano vecchio, alto massimo un metro e venti, rasato a zero, vestito totalmente in pelle e con borchie. Ha sulle spalle uno stereo ed è totalmente sbronzo: canta fuori tempo e cambia canzoni continuamente sbavando e urlando “Das ist Scheisse” (Questa è una merda) e invita cortesemente i passanti a spostarsi con adorabili appellattivi come “ ScheisseKopfen” (teste di merda).
La cosa che oggi però mi ha stupito di più, me l'ha detta un brasiliano, di Sao Paolo. Mi ha spiegato che la sua città ha 17 milioni di abitanti e che, per percorrerla in macchina tutta, se non c'è traffico, sono necessarie almeno 3 ore.
Di notte sono andato con Carlo in un ristorante tedesco: abbiamo mangiato uno strudel assolutamente strepitoso. Caldo, croccante, con sopra del gelato alla vaniglia e una spruzzatina di cacao in polvere, zucchero a velo e nocciole tritate. L'unica nota che stonava era la mancanza di una bibita dal gusto deciso che ne smorzasse il sapore. Un bicchiere di “Mezzo” sarebbe stata la ciliegina sulla torta...
Ora sono a casa, in ansia, perchè il mio cellulare è scarico e mi sono accorto che ho preso il caricabatterie sbagliato e domani ho una riunione importante alle 9 e quindi devo svegliarmi presto, ma non si sa come.

L'arrivo: chi ha detto che gli stereotipi sono falsi?

Cosa mi aspetto dalla Germania?
Secondo Beppe Severgnini, italiani e tedeschi si ammirano vicendevolmente: noi italiani li stimiamo perchè sono organizzatissimi; loro ci adorano perchè rappresentiamo l'aspetto indulgente della vita, quello che loro conoscono solo alla quarta pinta di birra.
Arrivato in terra tedesca, sono rimasto stupito di quanto i tedeschi non facciano nulla per sfatare gli stereotipi:
- sceso dall'aereo, ho dovuto aspettare i bagagli per più o meno un minuto;
- sono andato a chiedere alla biglietteria come funzioni il biglietto “Fly'n Rail” prenotato via Internet, e mi hanno spiegato che devo solo prendere il treno (niente file, niente fogli);
-sul treno per Norimberga (che è impressionantemente partito nel minuto esatto in cui era previsto ed è arrivato nel minuto in cui era previsto) su ogni posto c'era un piccolo schermo che segnalava se il posto fosse prenotato o meno (di questo me ne sono accorto, perchè ovviamente un signore che reclamava il suo posto mi ha fatto alzare indicando lo schermo);
- arrivato a Norimberga ho fatto in tempo a poggiare le valigie in camera (camera che aveva già la targhetta con il mio nome, come d'altronde la casella postale), e il mio Tutor mi ha proposto di andare con lui al supermercato a comprare birre;
- al supermercato il Tutor ha spiegato amorevolmente a me e a Carlo tutte le differenze tra i vari tipi di birra: mi sono sentito molto simile a lui, due ore dopo, mentre spiegavo ad un messicano che non si può versare la pasta e il sale nell'acqua fredda, ma bisogna far prima bollire l'acqua...
-ovviamente pioveva...
-alla fine siamo andati a caricarci di kebab...

Insomma, in un paio di ore penso di aver vissuto un concentrato di ciò che mi aspetto dalla Germania: precisione, puntualità, organizzazione, birra, pioggia e kebab.