martedì 26 giugno 2007

Aneddoti 4

Prove inconfutabili che qualcuno porti sfiga...

Carlo, oltre a cercare di premere i pulsanti del mio ascensore con la testa, ha un'altra passione. Andare al parco con qualche persona. E questa persona lancia la palla (da football americano). E Carlo la rincorre. E sono sicuro che quando qualcuno gli chiede: "Carlo, andiamo a fare due lanci al parco?", se Carlo avesse la coda, scodinzolerebbe.
Ma la cosa interessante di questa foto è un'altra: come si può notare Carlo sta giocando a fare tiri con Adnan e con il buon vecchio Murru.
Nonostante abbia portato la pioggia in Germania ( da quando è arrivato lui ha cominciato a piovere ogni quarto d'ora) e abbia fatto scomparire le neve in Finlandia, qualcuno continua a malignare che il buon vecchio Murru non porti sfiga. Ora ho le prove scientifiche che ho ragione. Per capire il perchè è necessario fare una premessa: Murru (come si può notare nella foto) sta giocando a football americano nello STADTPARK di Norimberga.

Ed ecco la prova che porti sfiga:
INFLUENZA AVIARIA: VIRUS RIAPPARE IN GERMANIA, ALLERTA IN SVIZZERA

"A dieci mesi dalla scoperta dell'ultimo caso di aviaria in Germania, la citta' di Norimberga, in Baviera, ha annunciato oggi di aver identificato il virus H5N1 in otto volatili, sei cigni, un'anatra e un'oca, ritrovati morti negli scorsi giorni nello STADTPARK."

Penso non ci sia bisogno di ulteriori commenti...

Siamo sicuri che Marcel sia il miglior personaggio incontrato in Germania?

Tra i pochi viaggi fatti nell'ultimo periodo, l'unico degno di nota, o meglio l'unico in generale, è stato quello a Friburgo, Strasburgo e la Foresta nera. Il viaggio è stato organizzato dall'International Office: per parteciparvi, bastava recarsi all'ufficio e registrarsi.

I tedeschi, si sa, sono inflessibili: se ti presenti e ti registri all'International Office, puoi partire. Perciò se un potenziale assassino si registra, parte. O se uno pazzo squilibrato si candida è ben accetto sul bus con altri 24 erasmus...

Ed è esattamente quello che è successo:

Il giorno della partenza ci siamo ritrovati tutti insieme: tanti ragazzi dal Brasile, dall'Italia, dalla Francia, dall'Iran... + un pazzo tedesco. Da buon pazzo aveva le unghie lunghe. Da buon tedesco era dotato di un gusto estetico molto particolare. Si è presentato puntualissimo all'International Office, vestito con scarpe da tennis, cappellino, enormi occhiali tondi, un sorriso smagliante e pantaloncini da donna...Ha sculettato salendo sul pullman e, contento come un bambino durante una gita scolastica, si è seduto al primo posto.

"Friburgo è la città con il miglior clima in Germania" mi disse un mio amico tedesco.

"Friburgo: ti sembrerà di essere nel sud Italia!" mi disse un altro.

In effetti avevano ragione. A Friburgo sembra di essere nel sud Italia. Vi dirò di più: sembra di essere anche più a sud della Sicilia. In pratica, sembra di essere in mezzo al mar Mediterraneo, dato che non ho mai preso tanta acqua quanto nella ridente cittadina del Baden-Wuttemberg...

Il nostro caro pazzo aveva freddo. E quindi ha dovuto affrontare un problema, che tutte le signorine conoscono benissimo. Meglio essere bellissime ma scomode o comode e vestite normalmente?

Il nostro amico ha trovato un'ottima combinazione. Perchè rinunciare ai pantaloncini corti da donna, quando hanno inventato le calze velate??? E perchè, non fare un bell'affondo finale con un bel paio di scarpe da donna col tacco???

Ragioni in realtà ce ne sarebbero a bizzeffe ( giusto per citarne qualcuna: onore, dignita, senso pudico, amor proprio..ecc), però il nostro caro pazzo ha comunque preferito optare per un look audace, ma bisogna ammettere simpatico. Cappellino, super-zaino da tedesco, shorts da donna, calze velate e scarpe col tacco...





Dopo esserci addentrati nel bel mezzo della Foresta Nera ( che non si capisce perchè sia più famosa delle altre foreste, dato che, come tutte le altre foreste, è composta da alberi...) abbiamo fatto pausa sul Titi-see, un lago famoso perchè sede della "Casa degli orologi a Cucù.". Dopo un'interessante visita alla mai banale "Casa degli orologi a Cucù", avevamo un pò di tempo libero. Io sono andato a mangiare una tipica torta locale con Cheryl. Carlo è andato a prendersi una birra con gli spagnoli. Qualcuno è andato in pedalò e qualcun'altro è andato a fare foto sul lago. E lo squinternato???

Dopo aver camminato con la sua calza maglia e le scarpe da donna lungo il lago, ha finalmente avuto un'idea brillante. Cosa può fare un cretino, vestito da donna per trascorrere un pò di tempo?

Lanciare la palla e rincorrerla? No, quello casomai lo può fare un cane. Può fare di meglio. Può, per esempio, rovinare la mia passeggiata romantica. Infatti, mentre camminavo mano nella mano con Cheryl ammirando la natura, vedo spuntare qualcosa tra gli alberi. "Che sarà mai questa cosa che rimbalza?" Mi chiedo perplesso. Mi avvicino e vedo il nostro simpatico amico, che, con un sorriso a 360 gradi, salta legato ad una corda sui tappeti elastici...

Perchè è meglio stare zitti piuttosto che fare interventi balossi?

"Carlo, parlami del Neoclassicismo." Chiese la professoressa a Carlo durante l'interrogazione

Carlo non solo non aveva studiato: non aveva neanche aperto il libro. Decide perciò di usare una tattica, comunissima in Italia (specialmente tra i politici), per non far capire che non sa niente dell'argomento di cui sta parlando : premere play e iniziare a parlare a vanvera ininterrotamente, usando i termini più generali e complicati possibili, e sperare che non ti ascoltino...

"Dunque, durante il periodo Neoclassico, la gente si ispirava al periodo classico" esordisce Carlo

"Spiegati meglio..." chiede la professoressa

Carlo non capisce che è già fottuto e continua a parlare " In pratica, la gente si ispirava al periodo classico. Per esempio, seguiva gli usi e i costumi di Cicerone"

"Cosa intendi per usi e costumi di Cicerone?" incalza la professoressa

Carlo ci pensa un pò. Ed è esattamente questo il momento in cui doveva stare zitto...

" Beh, per esempio si vestivano come Cicerone..."

Ecco un'altro esempio di qualcuno che dovrebbe stare zitto, e invece decide di dare aria alla bocca nel modo più pericoloso.

Dopo aver fatto una breve introduzione sulla città di Freiburg, la guida si interrompe e si rivolge a noi cortesemente:"C'è qualcuno che ha qualche domanda?"

Una ragazza cinese, che evidentemente entra di diritto in questo club esclusivo, prende la parola:" Si, io vorrei sapere perchè questa casa ha 3 finestre?"

E subito dopo anche la guida perde una splendida occasine per stare zitta:

"Questa è proprio una bella domanda..."

mercoledì 6 giugno 2007

Murru a Norimberga

La settimana scorsa è venuto a trovarmi il buon vecchio Murru. Per spiegare Murru bisogna indubbiamente partire dal suo cognome che è appunto Murru. Murru però è anche il suo soprannome. E come ho già spiegato, gira la leggenda che Murru sia anche il suo nome di battesimo e pare che quando la mamma finisce il latte, molli un urlo tipo: "Murru! E' finito il latte! Scendi a comprarlo!".

Durante la sua esperienza come Erasmus nelle tiepide spiagge della Finlandia a 100 km dal circolo polare artico, ha probabilmente commesso un errore molto simile a quello di Maria. Anzi forse peggio: "Murru, where do you come from?" "I come from Cagliari". Ora, la cara Maria viene da Badalona che, suonerà male, però è l'imitazione di Barcellona. Murru, invece, a dispetto del suo nome/cognome/soprannome altisonante, proviene da Quartucciu, che è l'imitazione di Quartu, che è l'imitazione di Cagliari...

Come ho appena spiegato, è venuto a trovarmi per 5 giorni: ora, si sa in Germania fa freddo. Però quest'anno, grazie al riscaldamento globale, si poteva girare in maglietta e bermuda da aprile. E' arrivato Murru, il cui nome mi pare sia Andrea, ed ha fatto 5 giorni di temporale. Proprio per questo motivo, ora mi rivolgo ai potenti del mondo. Ho tra le mani la soluzione al riscaldamento globale: è italiano e ha una nuvola che lo segue appositamente. Ma non si chiama Fantozzi ( o Marco Sambi). Perciò, cari signori Bush o Merkel se vi sta a cuore il nostro pianeta, basta invitare Murru una settimana e possiamo essere realisticamente sicuri che ci sarà un tempo di merda. Ripensandoci, però non ne sarei tanto sicuro. Infatti, mi ha timidamente confessato che quest'anno, quando era in Finlandia, una volta è andato a sciare. Arrivato all'impianto c'era solo neve artificiale. "Neve artificiale in Finlandia?" commenterete voi, giustamente stupefatti. Ebbene si. I titolari dell'impianto hanno così commentato " Siamo in rovina. Non ci sono più turisti! Quest'anno non ha nevicato per niente!". In Finlandia. Dove c'era Murru...

Dopo una breve ma pesantissima introduzione, posso spiegare il motivo di questo articolo. Ho promesso ad Andrea di pubblicargli il suo intervento sul viaggio. L'ho letto, l'ho trovato molto simpatico e, a differenza dei miei racconti, molto fedele alla realtà. Eccolo qua:

"Come tutti i grandi eventi, le grandi serate e le grandi feste capita sempre che si arrivi al momento di dire: and now special guest is…
Ora, questo blog non è niente di tutto ciò ma dato che l’ho sempre reputato molto interessante, ben curato e ricco di aneddoti particolari ho avuto la bella idea di chiedere a Geppo alla festa della birra di Erlangen se avesse pubblicato le mie memorie sul suo blog, se mai le avessi scritte. Lui ha colto la palla al balzo e così eccomi qua a raccontare qualche aneddoto della 5 giorni bavarese a Norimberga. (ndr durante le feste della birra, l'uomo riesce a tirare fuori progetti di portata storica. Gira la leggenda, per esempio, che Hitler fondò il partito nazista durante una festa della birra. Murru, invece, durante una festa della birra, prima mi ha chiesto di scrivere nel blog poi, forse per convincermi che fosse una buona idea, ha deciso di perdersi in un villaggio di 3 metri di numero con solo una strada. Che significa che per arrivare da qualsiasi parte, basta andare dritti...)
Innanzitutto un grosso ringraziamento a Geppo e a Carlo per l’ospitalità e per aver fatto da guida turistica sotto la pioggia, che se fa lo stesso tanto di quei giorni in Sardegna risolviamo il problema della siccità per decenni.

Il primo giorno Geppo dimostra che 4 mesi di aria tedesca aiutano a organizzare tutto nei minimi dettagli: è riuscito a procurarmi un materasso, un cuscino e una bicicletta (fondamentale a Norimberga come quando ero in Finlandia). Peccato solo che gli dico che arrivo alle 9 e 30 e alle 9 e 30 esatte sono in stazione, lui non c’è, lo chiamo e lui “Azz, pensavo arrivasse alle 9 e 45!”. Forse 4 mesi di Germania non bastano a cancellare 23 anni di abitudini italiane e il nostro classico quarto d’ora accademico.
Mi soffermerei sulla bici e su un suo curioso particolare: aveva il campanello smollato, dunque a ogni fosso, ogni selciato, bastava uno scossone della bici e il campanello suonava da solo. Ora, il 70 per cento delle strade del centro di Norimberga è selciato, dunque io per 4 giorni a ogni uscita bastava che andassi semplicemente dritto per sentire un “ring” ogni 10 secondi e annunciare così il mio passaggio trionfale alla silenziosissima popolazione tedesca che stava per strada, che si girava e di sicuro pensava che non avessi altro da fare che mettermi a suonare il campanello a caso.
Andiamo a prenderci una tipica birra affumicata bavarese in un tipico pub bavarese io Geppo e un suo amico, Adnan, un ragazzo americano molto simpatico from St. Louis, Missouri, nome che gli ho fatto ripetere 5 volte perché non capivo il suo accento finché lui me l’ha detto come lo pronuncerebbe un italiano. Anche per Adnan potrei aggiungere l’aggettivo “tipico americano” perché dopo la birra e esserci preso un panino da Burger king sosteneva che in fondo i fast food hanno solo ingredienti naturali e che lui ne potrebbe mangiare anche tutti i giorni. “Prendi un hamburger per esempio –ci diceva- c’è pane, verdura, carne e formaggio. E poi ci son le patate che son solo patate fritte, cosa vuoi che sia. Secondo me fa più male mangiare pasta tutti i giorni.” Io e Geppo abbiamo lasciato cadere lì la cosa per non farne una questione di stato. Poi vai a chiederti perché il 70 per cento degli americani è soprappeso.

In tutto questo Carlo stava a casa sua con gli occhi gonfi, la congiuntivite e al buio, accudito da Laura (una loro amica spagnola che poi conoscerò, anche lei molto simpatica) e si scusa dicendoci che era proprio cieco e non riusciva a vedere niente, in quanto cieco appunto. Io e Geppo azzardiamo la classica motivazione che si toglie fuori in questi casi in caso di cecità giovanile ma tralascerei il tutto per non cadere nel banale.



Comincia a piovere, una costante di questi 5 giorni, tranne l’ultimo giorno. Il tutto sembra volgere al termine, ma mentre torniamo a casa 3 ragazzi ci fermano e ci chiedono qualcosa in maniera frenetica in tedesco. Chiediamo di parlare in inglese e ci dicono che non sono di Norimberga e se sappiamo dove si trova una discoteca chiamata IN DA BAR. Rispondiamo di no e uno di loro ci chiede: “But where are you from?” e noi “2 italians and he’s american” “Italiani! E non lo potevate dire prima?”. Dei tre ragazzi due sono tedeschi figli di immigrati del sud d’Italia e parlano con un forte accento pugliese. Ci dicono che si trovano a Norimberga per fare un provino con una squadra “quasi professionista” per rincorrere il loro sogno: diventare campioni di calcio!! Uno di loro mi confessa addirittura di essere il nuovo Gattuso. Ora, non credo che Gattuso sia alto 1 e 65 e pesi sui 50 chili come quel ragazzo così come non so se nella Champions League del 2010/2011 lui potrà alzare la coppa, ma magari lo farà e potrò dire di averlo conosciuto quando non era famoso.
Decidiamo di andare con loro. Arriviamo nel locale e, sorpresa delle sorprese, scopriamo che è scritto INDABA e non come l’avevamo capito noi IN DA BAR. Questo nome si avvicina di molto al già citato nel blog BAR CELONA e alla marca di vestiti MARC O’ POLO. Umorismo tedesco verrebbe da dire.
Dentro il locale con nostra meraviglia scopriamo che ci stanno 5 o 6 giocatori del Norimberga, freschi vincitori della Coppa di Germania contro lo Stoccarda che animano la serata e il pubblico ovviamente. Ciò che colpisce è che non se ne restano in un privè in disparte come farebbero da noi ma anzi sventolano la coppa tra la folla, la riempiono di birra, si ubriacano e ci schizzano lo spumante da una sorta di ponticello allestito dietro al bar. A un certo punto mi avvicino a uno dei giocatori e gli urlo “Great!”. Lui mi da il cinque e comincia a parlare in tedesco. Io già ho difficoltà nel capire un tedesco che parla lentamente, figuriamoci un tedesco sbronzo che urla coperto dalla musica..
La serata si conclude con un tipo che mi chieda di dove sono, io gli dico italiano e lui comincia a raccontarmi la storia della sua vita, di come dall’Albania ha preso una “barca” per arrivare in Italia e ora si trova in Germania. Non so perché abbia scelto me per raccontare la sua vita ma (libera interpretazione) credo spinto dalla riconoscenza degli italiani.

Il secondo giorno facciamo visita a Carlo che sembra tornato tra i vivi dopo 24 ore al buio e dopo una classica pizza tedesca fatta da turchi cotta al forno elettrico si esce tutti insieme con Laura e Adnan.

Del terzo giorno sono da rimarcare due cose: la pioggia che cade a secchiate (e se ti devi fare 40 minuti e piedi con un ombrello in due è dura) e la visita con Geppo al Docuzentrum.
Forse non tutti sanno che Norimberga è stata la città che ha dato la nascita al partito nazista (sono anche andato nel pub preferito da Hitler) ed era la città dove si ebbero le prime riunioni e manifestazioni del partito. Nella metà degli anni trenta, si cercò così un’area all’interno della città dove poter radunare il maggior numero di persone possibili per ospitare le famose parate del partito, di cui si hanno innumerevoli immagini e filmati. E il partito decise di fare le cose in grande: in un’area della grandezza di 4 stadi di calcio si iniziarono i lavori di un immenso anfiteatro che comprendeva tribune per 200 mila persone (forse anche di più) e uno spazio aperto per le manifestazioni. I lavori vennero interrotti però nel ’39 a causa della mancanza di fondi, destinati allo sforzo bellico, e dell’immensa struttura oggi ne restano due quarti. All’interno è presente un centro di documentazione molto ben curato e organizzato con immagini, video, rappresentazioni e testimonianze che partono dalla nascita del partito nazista fino al processo dei suoi maggiori esponenti, a Norimberga appunto.
Ecco qui la caduta di stile che non ti aspetti, soprattutto dai tedeschi. Il primo video che proiettano nella prima sala rappresenta 2 ragazzi che girano per la moderna Norimberga e, attraverso fotomontaggi, vengono riprodotte poi le immagini della città così come era negli anni 30-40, sotto il regime nazista. Fin qui come idea non è malvagia: una sorta di viaggio nel tempo attraverso i due ragazzi che ripercorrono le strade così come sono ora e vengono poi proiettati nelle strade di 70 anni prima. Il fatto è che i due ragazzi hanno lo skateboard ai piedi, sono vestiti come due skateboarders e non la smettono mentre camminano di sleidare nei muretti, fare giravolte, saltare i gradini e riprendersi a vicenda con le videocamere. Ora, niente in contrario a tutto ciò, ma accostare queste tipiche americanate californiane alle immagini delle parate nazista ci è sembrato quantomeno fuori luogo. Mah…
Questo è dunque il racconto dei primi 3 giorni. Manca l’ultimo giorno però che ha offerto spunti notevoli. Qualche anticipazione: grande performance di Geppo e Carlo alla loro presentazione alla classe di International Management, la prima birra alle 10 e 30 del mattino, la figura di scheiss (non so se scrive così) che i miei allegri compagni mi han fatto fare di fronte a una barista, noi che giochiamo a football americano al parco, la festa della birra di Erlangen, saliti su una giostra di 50 metri. Poi io e Adnan che ci perdiamo a Erlangen mentre tutti son già saliti sull’ultimo treno per Nroimberga, troviamo altri 3 ragazzi (persi anche loro) e come unica alternativa ci rimane di tornare in taxi.
Verranno postati presto anche tutti questi fatti, alla prossima!"

Firmato: Murru

mercoledì 16 maggio 2007

Salzburg, Mozartburg, RedBullburg, Tuttiinsiemeappasionatamenteburg e Guntharburg...

Veduta della città al tramonto
Salisburgo in tedesco si chiama "Salzburg", città (burg) del sale (salz). Incastonata tra le alpi bavaresi e un tipico fiume, è il miglior esempio al mondo di integrazione tra città e natura. Pulitissima e verdissima aveva avuto la fortuna di essere costruita sopra un'enorme miniera di sale. Ed in passato il sale era l'oro bianco. Poi ha avuto la fortuna di aver dato i natali al più grande genio musicale di tutti i tempi, Mozart, e di conseguenza alle sue palle ( per i più maliziosi animali da osteria è bene specificare "di cioccolato...") . Poi un signor austriaco che stava chiudendo per fallimento la sua fabbrica di succo di mela ( non capisco perchè una fabbrica di succo di mela dovrebbe fallire...), ricevette un'offerta da dei signori malesiani che gli proposero la ricetta di una nuova bibita. Ora, il signor austriaco si chiama Signor Red Bull e si mette in tasca più di 1,2 milioni di euro al giorno senza muovere un dito. Si è anche costruito un sobrio ufficio in un sobrio palazzo di vetro, edificato nel bel mezzo di un sobrio lago artificiale.

Le case a Salisburgo si perdono nel verde: anche l'acqua del fiume è limpidissima

Veduta della fortezza al tramonto
I giardini di Mirabella hanno come sfondo il castello
Infine, a Salisburgo fu girato il musical più famoso di tutti i tempi: "Tutti insieme appassionatamente", conosciuto all'estero anche come "The sound of music". Dall'anno in cui venne prodotto il film (1964), un milione di turisti ogni anno va a Salisburgo per provare "The sound of Music tour", un tour unico al mondo che li porta in tutte le location del film.
Anzittutto bisogna dire che il rapporto tra gli austriaci e "Tutti insieme appassionatamente" è molto simile al rapporto che esiste tra gli italiani e il mandolino. Nessuno ne ha mai visto manco un pezzo, però all'estero sono convinti che sia un simbolo nazionale.
Salendo sul bus, il malumore per i 30 euro (!) di biglietto scompare velocemente. Infatti, le facce delle persone che vanno a fare il tour di "tutti insieme appassionatamente" sono uno spettacolo: sono di solito signori e signore di una certa età, che si trasformano improvvisamente in bambinoni. Prima che il giro inizi, tutti cominciano a canticchiare le canzoni del film.
Il nostro gruppo non è particolarmente grande, ma è molto eterogeneo. C'è una famiglia di indiani, una coppia di americani, due signore australiane e io e Fausta, due fratelli italiani.
Bisogna sapere che durante il tour sembra di essere in una gita scolastica. Tutti diventano subito amici: ci si racconta della propria vita, delle proprie passioni e di quanto sia bello il film. E si canta tutti insieme. A tenere alto il ritmo della truppa (in realtà non era un'impresa ardua), la Allbus tour ha reclutato un peso da novanta. Secondo la migliore tradizione austriaca, ha chiamato un signor Gunthar.


Il gazebo di tutti insieme appassionatamente con Gunthar...

Il caro vecchio Gunthar, un tempo, era un ingegnere meccanico. Ha lavorato per svariati anni in India e negli Stati Uniti. Oltre il tedesco e l'inglese, parla perfettamente anche il francese e l'italiano ( questo un pò meno perfettamente dato che continuava a dire " Fausta, a te piacere la princessa Sissi?"). E' evidente anche ad un cieco che il vecchio Gunthar è uno iperattivo, una sorta di Carlo tra 60 anni. Andato in pensione, si è messo a scalare montagne, fare maratone ( "Io una volta corso per 12 ore di fila ) e a fare da guida per il tour di tutti insieme appassionatamente. Io e Fausta, dopo un'attenta riflessione, siamo giunti alla conclusione che non lo faccia per soldi, ma che lo faccia gratis. Semplicemente perchè gli piace, dopo 50 anni di carriera da ingegnere, vestirsi da bavarese con annesse bretelle, e portare i turisti a cantare.


Gunthar che obbliga Fausta ad imitare la protagonista del film

Immaginatevi un bus con 10 cinquantenni e uno vestito da bavarese che gira con il microfono, obbligando la gente a intonare la colonna sonora di "the sound of music". Inoltre, ogni volta che scendevamo per visitare qualche location, pretendeva che rigirassimo la scena come nel film. Finito il tour, si stava per mettere a piangere. Qualcuno per consolarlo gli ha detto "Dai Gunthar, ne puoi fare un'altro domani!"...



Fussen: il castello della bella addormentata

Il piccolo Agnelli un giorno trovò per strada una monetina. Con la monetina andò a comprarsi dei bottoni. Poi scambiò i bottoni con del formaggio. Si affrettò a cercare qualcuno che gli desse una pianta in cambio del formaggio. Poi scambiò la pianta con un gatto. Il gatto con un cane. Il cane con una mucca. E comincio a produrre un secchio di latte. Poi il babbo morì, e il piccolo Agnelli diventò ricco senza nessuna fatica.
La storia di Fussen è alquanto simile: la gente di Fussen ha sempre lavorato con risultati patetici. Poi è arrivato uno squilibrato principe tedesco, chiamato Ludwig, è ha costruito un'opera meravigliosa. E ora gli abitanti di Fussen hanno carta igienica verde. E con un dollaro disegnato sopra...
Il castello di Neuschweinstein è sicuramente uno degli spettacoli più mozzafiato che abbia mai visto. Si trova sopra una collina, circondata dal verde e da diversi laghi. Fu costruito solo nel secolo scorso e attualmente sta competendo per essere nominato tra le nuove "7 meraviglie del mondo". Ludwig era innamorato di Wagner e decise di dedicare il castello alle sue opere. Per costruirlo spese un patrimonio e ci visse solo per 170 giorni. I vaneggi estetici del principe raggiungono il culmine in una stanza all'interno del castello. Infatti, in mezzo a saloni e camere da letto, Ludwig pretese che ci fosse una caverna artificiale. Caratterizzato da una mescolanza di stili non indifferente (barocco, romanico, gotico, arabo), sembra uscito da una fiaba. Lo stesso Walt Disney se ne innamorò e decise di ispirarsene per disegnare il castello de "La bella addormentata nel bosco"...

Veduta del castello da un ponte pendente
Ecco come appare il castello dal sentiero
Veduta del castello mentre si entra...
Il lago di Fussen

Aneddoti 3

"The Party Zone"

Ogni volta che torno nella mia stanza ho paura che sia successo qualcosa. Perchè quando hai un vicino di casa come Marcel, tornare a casa è sempre un'avventura. Per esempio ieri sono tornato e l'ho trovato buttato per terra, mentre scriveva questo cartello, che poi ha appeso al muro. C'è scritto "Party zone"...
Dopo un paio di ore sono uscito dalla mia stanza e tutti i miei vicini si erano portati birre e sedie nel corridoio...

Stamattina, invece, mi sono alzato e vedo che sulla camera di Marcel c'è appeso un cartello con su scritto "Stanza dell'alcool". Mi giro e vado verso la stanza di Micheal e trovo scritto "Stanza del barbecue". In un'altra ancora c'è un poster con scritto "Stanza del crack (e vi assicuro che vedendo il proprietario della stanza se ne capisce il motivo). Infine, totalmente inerme, mi giro verso la mia stanza e trovo il cartello "Stanza della puttana". E con una donna nuda appesa. Poi, qualcuno ha aggiunto "Offerta del giorno: mamma di Marcel per 2 euro e 50"...
Questa foto invece è apparentemente nulla di speciale: Micheal sta bevendo una birra affianco alla porta della sua stanza che è di fronte all'uscita di sicurezza... Ma guardiamo l'immagine più attentamente... Micheal ha infatti modificato il cartello che indica l'uscita di sicurezza e me l'ha spiegato così "Ora dice che se sei nella mia stanza e devi vomitare, corri verso l'uscita di sicurezza..."

I dieci minuti di Marcel

L'altra sera sono andato alla festa di compleanno di Adnan. Ha affittato un locale in uno studentato e ha comprato litri e litri di alcool. Durante la serata non sono stato per nulla con Marcel. L'ho visto solo per dieci minuti ed ecco un breve riassunto di quello che ha fatto, solo nei momenti in cui l'ho visto:

1) riordinando la stanza da sbronzo, ha iniziato a fare lotta greco-romana con Micheal. Essendo un armadio, ha sfondato il frigo...

2) Lo obbligano ad andarsene per non fare danni. Se ne sale su da solo. Dopo 5 minuti lo troviamo addormentato dentro un carrello della spesa.

3) Marcel ha perso la giacca. E anche il maglione. Fuori c'è la pioggia più forte che abbia mai visto. Marcel decide di affrontare brillantemente il problema facendosi spingere, in maglietta ovviamente, col carrello fino a casa.

4) Marcel e Micheal scompaiono sotto la pioggia scrosciante. Si sente un rumore da in fondo alla strada. Il carrello è rotto. Come i pantaloni di Marcel, che sono totalmente aperti dietro...

5) Il giorno dopo lo incontro sconsolatissimo nelle scale di fronte alla porta di sicurezza. Sta fumando ed ha la faccia di uno che sta per dire la fatidica frase "Questa è l'ultima volta che bevo". Gli ricordo che l'ho visto il giorno prima per dieci minuti e che è riuscito a rompere un frigo, un carrello e i pantaloni. Gli chiedo se ha rotto qualcos'altro. Lui neanche mi risponde. Gira la faccia ed è totalmente tagliato su un lato. E' sconsolatissimo "Ti giuro che non ho la più pallida idea di come me lo sia fatto..."

Tsk

Inizialmente pensavo di aver sentito la storia più ridicola sui nomi cinesi con la leggenda di Theo-Dale. Poi pensavo di aver toccato il fondo con la storia del ragazzo che si chiama Shampoo. Invece, grazie a Maria, sono riuscito a scoprire una storia ancora migliore.Tra gli erasmus cinesi infatti esiste una ragazza che ha un nome che è uno spettacolo.

Si chiama "Tsk". Esattamente. Senza neanche una vocale. Dopo un'attenta analisi siamo giunti alla conclusione che sicuramente i genitori quando sono arrabbiati si sono pentiti di averla chiamata così...Per capire cosa intendo, provate ad urlare "Tsssssk!!!!"

Perchè chi lavora in un campo di concentramento dovrebbe saper parlare bene l'inglese?

Quando siamo andati a Dachau, dovevamo aspettare che la guida iniziasse il tour all'una. Non avendo niente da fare, decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Chiediamo perciò a un addetto alla sicurezza se ci sa indicare qualche posto dove mangiare:

"Sorry, do you know where we can find something to eat?" (Mi scusi, mi sa dire dove possiamo trovare qualcosa da mangiare?" chiedo cortesemente

"Sure! You can try at the crematory oven!"(Certo! Potete provare ai forni crematori) Mi risponde con sicurezza...

Ora, io non so cosa abbia capito dalla mia domanda. Ma spero che non volesse essere ironico...

Il programma di Carlo

Io, Carlo e Fausta avevamo deciso di partire a Dublino. Purtroppo non ci siamo riusciti, perchè per la prima volta da quando sono in Germania, 4 treni sono arrivati in ritardo. Ed abbiamo perso il volo. In compenso, vale la pena raccontare il programma di viaggio di Carlo. Carlo, come tutti quelli che lo conoscono sanno benissimo, è la persona con più energie di questo mondo. Se si somma alla sua iperattività, la sua capacità di fare programmi al limite del realistico si ottengono dei risultati straordinari. Come questo programma:

"Allora, ci svegliamo alle 3 a Norimberga. Prendiamo il treno e in 4 ore siamo all'aeroporto. Prendiamo l'aereo per Dublino. Arrivati al Dublino, giriamo tutto il giorno la città. Poi andiamo a ballare la notte. Io non prenderei l'ostello perchè è uno spreco di soldi. Rimaniamo svegli tutta la notte. Prendiamo il primo bus per Galway. Arrivati a Galway dopo 3 ore di bus (nb che siamo già svegli da più di 24 ore e che abbiamo girato due nazioni intere, due città e siamo anche andati a ballare) si fa un giretto per la città. Poi a nanna. Concentriamo tutte le ore di sonno del viaggio. Dormiamo dal pomeriggio sino alla mattina dopo. Poi si fa un tour sulle scogliere di Moher. Si arriva lì con un paio di ore di bus. Poi torniamo a Galway. Poi torniamo a Dublino. Poi andiamo a ballare. Poi non ci prendiamo un ostello perchè è uno spreco di soldi. Poi la mattina alle 7 prendiamo l'aereo per la Germania. 4 ore di treno e siamo a Norimberga..."

Ed ecco la parte migliore:

"Poi conto di mettermi a studiare..."

L'angelo biondo

Il giorno del mio compleanno Carlo, che mi ha regalato una serata veramente memorabile, aveva anche convinto una ragazza a ballare con me. Io ero piuttosto allegro il giorno e non mi ricordo esattamente cosa le avessi detto. A posteriori, posso affermare che la mia tattica non è stata delle più brillanti. Me l'ha fatto notare l'altro giorno Carlo, che deve aver parlato con la ragazza...

"Senti, io ti devo fare un corso su come non scacciare una ragazza. Anzittutto non puoi dire "Sto ballando con un angelo con gli occhi azzurri". E' bruttissimo. Soprattutto se la ragazza ha gli occhi verdi. E poi non puoi dirle "Oh ma ti ha pagato il mio amico per ballare con me...?"...

lunedì 7 maggio 2007

La gita in bici

Potrei scommettermi il femore che ogni bambino, durante la sua breve vita, ha sentito almeno una volta la frase "Non accettare caramelle dagli sconosciuti". Potrei scommettermi anche la macchina ( che in effetti non è un grande affare dato che è una vecchia panda bianca: se monto un autoradio su un mulo sono sicuro che potrei farmi più figo...) che molte ragazze si saranno sentite dire "Non metterti la minigonna quando vai in discoteca! Non è che non mi fido di te. Non mi fido degli altri ragazzi!". Ecco, a questo lunga liste di persone di cui non fidarsi, desidero aggiungere un altro tipo di persona. Quando avrò un figlio gli dirò "Figliuolo, non fidarti dei ragazzi sportivi quando ti propongono una gita rilassante..."

In tutto il mondo, dove si ozia tutti i giorni, il giorno della festa del lavoro si ozia di più. In Germania, dove non si ozia mai, il giorno della festa del lavoro si lavora il doppio. Per questa ragione Christian, il mio tutor, ha deciso di organizzare per il 1 Maggio una rilassante gita al lago. Talmente rilassante che sono soltanto 40 Km di bicicletta. Io ho letto l'email e, dopo una breve ma fragorosa risata, l'ho cancellata. Quando sono a Cagliari prendo la macchina per arrivare in facoltà ( distanza a piedi 4 minuti), figuriamoci se mi metto a fare una gita in bici di 40 fottuti km.
Ne parlo con Carlo e mi dice "Ma no, no!!! 40 Km in bici non sono molti! Fidati! Ce la fai tranquillamente!". Poi ne parlo anche con Christian, che mi rassicura "Guarda che 40 km in bici non sono niente! Poi sono tutti lungo il canale, è pianura ed è leggero! Ed è pieno di gente che viene che non è brava con la bici. Ce la prenderemo con calma. Ho già fatto i calcoli: dal centro di Norimberga al lago normalmente io ci impiego un'ora e mezza. Dato che siamo in tanti, che ci sono pause di mezzo penso che ci impiegheremo un pò di più. Ho fatto un calcolo largo: in 3 ore ( pause comprese) saremo lì! Vieni tranquillo."
Questa frase mi è risuonata nel cervello per ogni fottuta pedalata dei fottuti 40 km...



Rassicurato dal parere di non una, ma di ben due persone decido di fare la rilassante gita in bici. Appuntamento alle 9 sotto il mio studentato. Alle 11:00 è prevista la prima pausa. A mezzogiorno siamo al lago. Semplice e lineare. Questa ragazza con la felpa azzurra è la ragazza del Lussemburgo. La leggenda narra che in Lussemburgo ci siano in tutto 6 persone. Due sono venute a fare l'erasmus a Norimberga. Le altre 4 sono i loro genitor. Pare che nel Lussemburgo si siano rattristati terribilmente quando le due ragazze sono partite. "Ora siamo solo in quattro!" ha commentato sconsolato il presidente, che è anche il padre di una delle due ragazze.
09:15 Io sono nel gruppo di testa, insieme a Carlo e Christian. Se continuo così ce la faccio tranquillamente. "Christian aveva ragione" penso tra me e me. Dopo solo 15 minuti facciamo la prima pausa, per aspettare la gente che sta dietro. La ragazza del Lussemburgo, che è tra l'altro minuscola ( in Lussemburgo è vietato essere grassi perchè se no si occupa tutto lo spazio), dopo solo 15 minuti di bici è già indietro di 10.



10:30 Io e Adnan, il ragazzo americano facciamo un paio di pre-pause prima della pausa. Appena raggiungiamo gli altri che stanno facendo una pausa, scopriamo che anche loro in realtà stanno facendo una pre-pausa. Siamo su un ponte. Ci contiamo: ci siamo tutti. Anzi no. Manca 1! Manca la ragazza del Lussemburgo! Il presidente si era già rattristato. "E' una tragedia immane: un sesto della nostra popolazione è stata sterminata dal giro in bici". Invece no. Con solo mezz'ora di ritardo, totalmente sola si vede da lontano una mini-ragazza con una mini-bicicletta. E' la ragazza del Lussemburgo. Le facciamo segno di salire. Il presidente è visibilmente commosso...




"E' tutto in pianura, Giuseppe. E' tutto in pianura". "E cicciolina è vergine." Aggiungerei io. Dopo mezz'ora di canale, che era solo un poco in salita la strada comincia a diventare tutta salita e discese. Per 40 Km. Il gruppo comincia sempre di più a distanziarsi.
Nelle foto sopra potete vedere come tutto era in pianura. Adnan è sceso prima di me da questo dirupo e mi ha fatto decine di foto, nella speranza che cadessi. Per mia fortuna, non sono caduto. Immaginatevi che vergona cadere di fronte a tutti!

"Giuseppe, com'è andato il giro in bici? Ho sentito che sei caduto!" Maria, Spagna
"Ahahahahah...Sei caduto durante il giro in bici? Aahahahahah" Victor, Messico
"Tutto a posto, Giuseppe, ti sei fatto male?" Silvia, Italia
"I tuoi occhiali sono storti! Te li sei rotti quando sei caduto in bici?" Cheryl, Hong Kong
Appena tornato dalla gita lo sapevano tutti. Avevo dei tedeschi dietro di me, che suonavano il campanello perchè mi volevano superare. Io stavo parlando con una ragazza uruguaiana e avevo dietro una barca di spagnoli. Mi sposto sulla destra e li lascio passare. Continuo a chiaccherare senza guardare l'erba. E ovviamente c'era un bel buco nel mezzo. E ovviamente c'era anche un sacco di gente pronta ad aiutarmi. E a deridermi. E a spargere la notizia il più velocemente possibile...


"A mezzogiorno siamo al lago!" ci aveva spiegato Christian. "Ed è morto Mike Bongiorno " aggiungo io. All'una siamo nel posto in cui avremmo dovuto fare la prima pausa. Tutti sono già stanchi morti, a parte Carlo e Christian. E non siamo neanche a metà del tragitto. Per rinfrescarci decidiamo di prendere una birra e un gelato nella piazza centrale del piccolo villaggio di Rother. E cosa troviamo nel bel mezzo di uno sconosciuto paesino bavarese? Una gelateria gestita da dei cagliaritani. Cagliaritani doc, direi, dato il trattamento speciale che ci hanno riservato.

Si sa, i cagliaritani lavorano solo il minimo indispensabile per poter vivere. Questo non ha aiutato lo sviluppo di uno spirito imprenditoriale sardo. Il nonno di un mio amico una volta raccontava "Ero in un negozio, a Cagliari. Il negoziante stava serenamente leggendo i giornali. Arriva un turista, un potenziale cliente. Si avvicina al bancone e chiede cortesemente "Scusi, mi potrebbe mostrare quel prodotto riposto sullo scaffale lassù in alto?". Il negoziante, seccato perchè è stato interrotto durante la lettura dei giornali, si abbassa leggermente gli occhiali, e con il viso a metà tra il serio e il pigliainculo, risponde argutamente con accento cagliaritano "Ma, secondo lei, io mi devo arrampicare sin lassù per lei?".

Cristina, la ragazza di Cagliari, riconosce l'accento cagliaritano. E fa velocemente amicizia con i gelatai. Dopo un quarto d'ora di chiaccherate chiede ai ragazzi che lavorano là quale gelato gli consigliano. Il ragazzo risponde con tutto l'amore che i cagliaritani ripongono nel lavoro "Boh. E cosa ne so io? A me mica piacciono i gelati..."



Ed eccoci qua. Perfettamente in orario: dovevamo arrivare a mezzogiorno al lago. Dopo aver fatto una marea di salite (siamo saliti in bici su una montagna, o come dice Christian "una breve salita), alle 5 di sera siamo puntualmente al lago. Nessuno parla più. Tutti si sdraiano distrutti. C'è a chi fa male il sedere. C'è chi non sente più le gambe. E c'è anche chi non è arrivato. La ragazza del Lussemburgo, dopo averci perso di nuovo di vista, si è presa il treno per tornare a Norimberga. E infine c'è chi aveva ancora voglia di andare in bici. Per esempio, Carlo e Christian: dopo 10 ore di bici, c'era la possibilità di prendere il treno che partiva da affianco al lago. Oppure fare un'altra ora di bici e arrivare ad una stazione in cui era possibile risparmiare due euro e prendere un treno un pò più veloce. Delle 25 persone 20 hanno scelto il treno più vicino. 4, tra cui Christian, hanno commentato così "Io non sono stanco. Mi faccio volentieri un altro paio di km di bici". Carlo, infine, ha commentato così "2 euro in più? E' un furto. Io mi faccio un'altra ora di bici..."

lunedì 30 aprile 2007

La prima festa a sorpresa, veramente a sorpresa

Il 26 notte c'era una grande festa nella discoteca del mio studentato. Siccome ogni anno è strapieno, era bene arrivare presto. Per questo motivo dalle 9 continuavo a chiamare maria, che continuava a dirmi. "Peppe, ora mi faccio la doccia". "Peppe ora mi sto vestendo". A un certo punto arriva Carlo e mi dice "Mi sa che non è il caso di passare ancora da maria: secondo me è con un ragazzo. Mi sono avvicinato alla sua stanza. E come ho bussato mi ha preso la borsa e mi ha detto di tornare tra un pò". Io, impassibile, aspetto. Dopo un pò Carlo mi convince ad andare nell'appartamento di Maria ( io non volevo andare, perchè avevo paura di trovarla impegnata...). Entro, e trovo più di 20 persone in una cucina di 10 metri quadri. E mi avevano fatto una festa a sorpresa per il mio compleanno ( che era il 27)! C'era gente da tutto il mondo: Spagna, Messico, Francia, Germania, Norvegia, Cina, Polonia. Io non mi aspettavo niente, e per questo posso vantarmi di essere una delle poche persone al mondo che è rimasto sorpreso dalla sua festa a sorpresa...


Carlo, che insieme a Maria è l'organizzatore della festa, mi aveva sentito dire un paio di giorni fa che avevo desiderio di "Pane Frattau", un piatto tipico del nuorese, fatto con pane carasau, uovo, sugo di pomodoro e pecorino. E' andato al "Nuraghe", negozio sardo di norimberga, e si è procurato tutto il necessario. Poi durante la festa l'ha preparato per tutti. E' stato molto apprezzato: però devo dire che è terminato velocemente come i sicuramente meno ricercati toast al pomodoro e formaggio fatti da Maria...


Appena l'alcool ha iniziato a fare il suo corso sono iniziate le scene ridicole: in questa foto, io e Carlo, che nella serata eravamo in vena di fare i buffoni, ci improvvisiamo coppia gay, appena pacsata. Io, sinceramente, speravo di sposarmi con:
1) una ragazza
2) e che non fosse sbronza
E invece sono rimasto deluso su entrambi i punti...








Questa foto la metto per dimostrare che io e Carlo, essendo due gay aperti di mentalità, abbiamo anche ragazze alla nostra festa...





Mentre questa foto dimostra che l'alcool comincia a fare il suo corso anche sugli altri. Quel ragazzo dietro Carlo è un altro mio vicino di stanza. E'altissimo. Maria, un giorno che era veramente sbronza, si era presentata così "Ciao, io sono Maria e tu sei troppo alto per me". In effetti, è una persona strana. E' uno fuori dal mondo. Anche secondo quel balosso di Marcel, è uno strano. Però per altri motivi. " Perchè non va mai a ballare..." mi ha spiegato l'altro giorno mentre cercava Scoobydoo in tv...






Questa sembra una foto normale, ma dietro in realtà è una foto studiata. Tutti stavano facendo foto con tutti. Carlo quindi ben pensa di urlare (in inglese): "Oh facciamo una foto con la cinese. Così dimostriamo di non essere razzisti." Io rido. Il resto della gente sbianca. Poi Carlo mi dice all'orecchio "Ora guardala male". Io non ci sono riuscito perchè stavo ridendo troppo. E neanche lui ce l'ha fatta...







In questa foto invece io e Carlo stiamo facendo i burloni. Dalla terza liceo, il mio caro amico Marco Severino, ogni volta che fa la foto con una ragazza fa la finta di toccarle le tette. L'effetto nella foto è straordinario: sembra che Marco la stia toccando mentre lei sorride avvenente. La ragazza, durante la foto, non si accorge mai di nulla. Ho dunque ben pensato di fare la stessa scena. Solo che qui, la povera Silvia se ne è accorta. Ed è diventata rossa. In compenso Carlo fa la sua parte ripiegando sulle classiche corna...








Dopo che è arrivato il tipico signore tedesco a lamentarsi perchè la festa era troppo rumorosa e lui deve lavorare, abbiamo deciso di andare alla discoteca dello studentato. Ovviamente, però, era già piena e, essendo organizzata da tedeschi, non era più possibile entrare. Neanche le ragazze, neanche gli amici dei buttafuori. Se non c'è spazio, non c'è spazio. Tranne che per i latini.
Notiamo infatti che per entrare si può anche mostrare il timbro: che altro non è che una linea nera. Essendo tutti mediterranei più una norvegese, optiamo per procurarci una penna e disegnarci la linea. Si vedeva che era palesemente disegnata, ma decidiamo di provare comunque. Entriamo tutti spavaldi e disinvolti. Tranne la norvegese, che, non essendo latina, le viene letto in faccia che sta imbrogliando e viene bloccata...










In un momento di goliardia dentro la discoteca, ecco Carlo e un francese, in una ormai posa tipica...










Da quando abbiamo fatto il viaggio ad Amsterdam non posso più bere di fronte a Maria. Perchè dice che bevo come un uccello...E ogni volta che bevo si mette a ridere e mi deve scattare una foto...











Questa foto ha colto un momento splendido: Carlo ci stava regalando una sua classica foto a gambe all'aria. E io, come si può notare, ero divertitissimo. Però in quel preciso istante Victor, il ragazzo messicano, gli versa in bocca mezza pinta di birra. E esattamente un istante dopo questa foto, Carlo sputa la birra...

Carlo mi aveva chiesto di non pubblicargli la foto precedente perchè la trovava umiliante. Però a me piaceva troppo e l'ho pubblicata lo stesso. In compenso, per punirmi, pubblico questa. Che, vedendo sia la mia posizione, che la faccia estasiata di Carlo, è perfetta per gli amanti dei fotomontaggi...













Dachau

Le prigioni
Filo spinato: come appare il campo dall'esterno





Questa frase si trova nell'ingresso di tutti i campi di concentramento
I letti
La statua del prigioniero ignoto
I forni crematori


Una gita in un campo di concentramento è paradossale e macabra. Mentre ero lì, ad essere sincero, non sono stato particolarmente sconvolto. La bella giornata, l'aria fresca e un'enorme parco verde hanno tolto a Dachau quell'aria di sacralità che ci si aspetta da un campo di concentramento. Rivedendo le foto, però, devo dire che mi viene la pelle d'oca.
A Dachau, che si trova nel sud della Baviera, sono morte 70000 persone. Non solo ebrei, ma anche cattolici, ortodossi, omosessuali e prigionieri politici. Il campo è stato costruito nel '33 e all'inizio le condizioni igieniche erano molto differenti. Infatti, in teoria erano campi di rieducazione: o almeno così spiegava la propaganda. Per questa ragione, all'ingresso del campo si trovava sempre la famosa scritta "Arbeit macht frei", il lavoro rende liberi. Nei primi anni i prigionieri venivano torturati più psicologicamente che fisicamente: se i letti non erano perfettamente rifatti, i prigionieri venivano puniti amaramente. Dopo un paio di anni, quando i prigionieri sono aumentati radicalmente, la situazione è mutata. I prigionieri dormivano in 6 in un letto e non avevano più beni privati ( prima avevano un armadietto per tenere la coperta, la ciotola ecc...): ogni mattina venivano adunati nella piazza principale. Se mancava solo una persona, si rimaneva in piedi finchè l'SS non l'avesse trovata. Capitava che gli ebrei stessero in piedi anche 20 ore di fila, con il gelo dell'inverno tedesco. Se qualcuno cadeva, non poteva essere aiutato.
Durante il giorno, i prigionieri lavoravano in fabbriche possedute dalle SS. Molta gente cercava di suicidarsi, correndo contro il filo spinato. La maggior parte moriva di malattia, perchè dentro le stanze le malattie si diffondevano con una velocità strepitosa. Spesso capitava che in una stanza per 200, dormissero più di 1200 persone.
Una parte del campo era solo per le punizioni: una di queste era stare in piedi per un paio di giorni in una prigione di 1,5 m per 1,5 m. Nelle prigioni, una particolarmente bella era riservata ad uno dei tentati assassini di Hitler. Questo, che era un semplice carpentiere, aveva posto una bomba dentro una sala congressi in cui tennè un discorso Hitler. Questo era uscito improvvisamente all'ultimo momento, e nonostante i 60 morti si salvò. Nonostante si fosse macchiato di un crimine molto grave, poteva contare su un trattamento di riguardo: aveva il riscaldamento, cibo in più e una stanza particolarmente grande. Infatti, le SS erano convinte che gli Stati Uniti l'avessero pagato per uccidere Hitler e volevano informazione sui suoi mandanti. Non ottennero niente, e quando gli americano arrivarono nel campo lo uccisero.
Anche a Dachau c'erano "le docce a gas", ma, per non si sa quale ragione, non sono mai state messe in funzione per docce di massa. Venivano usate qualche volta, per docce individuali: i prigionieri venivano comunque spesso portati a "fare la doccia" in altri campi. Per evitare inutili tensioni, i prigionieri non venivano informati del fatto che stessero per essere uccisi.
Una volta che la doccia era finita, i cadaveri venivano posti nei forni crematori.
La gente del luogo era a conoscenza dell'esistenza del campo e aveva una vaga idea di cosa ci fosse dentro: però non sapevano nei dettagli cosa accadesse. Quando gli americani arrivarono, obbligarono i cittadini a vedere quello che fu lo spettacolo più macabro che mai sia avvenuto nel mondo.

Breve storia illustrata di una sbronza

Sbronzi sul treno ritornando dalla partita

Ore 14: appuntamento allo stazione Centrale, per andare allo stadio. Viene stappata la prima birra per rinfrescarsi durante il tragitto.

Ore 15: inizia la partita. Iniziano i giri di birra.

Ore 15,15 15,30 15, 45:La partita è una merda. Continuano i giri di birra.

Ore 16: Si cominciano a vedere i primi effetti dei giri di birra. Un altro mio vicino, Michael, comincia a dedicarsi a suoi bisogni naturali in mezzo alla strada, di fronte ai bambini.
Ore 17: il cugino di Micheal tira fuori una cassa con altre 20 birre.
Ore 17,15: Siamo sul treno. Un bambino ci vuole fotografare ( la foto è quella sopra). O era sbronzo anche lui, o era un bambino con senso dell'umorismo...
Ore 17,30: Marcel comincia a fermare macchine in strada per poi ricordare agli autisti, urlandogli in faccia, che il Norimberga è in Coppa Uefa.
Ore 18: siamo a casa. Michael comincia a cucinare, Marcel continua a bere. Io, Carlo e Adnan cominciamo a riparare la mia bici.
Ore 18,05: Michael si ustiona la mano per provare se il forno è caldo.
Ore 18,07: Marcel rompe il primo bicchiere
Ore 18, 10: Marcel ci fa un gavettone mentre ripariamo la bicicletta
Ore 18, 20: Marcel fa un gavettone anche a Michael, mentre quest'ultimo sta cercando di fasciarsi la mano
Ore 18, 21: Marcel scappa dal gavettone di Michael
ore 18, 22: Marcel si arrampica sino al balcone di Michael (sono almeno 5 metri di altezza)
ore 18, 23: Marcel, mentre si arrampica, si becca un gavettone di fusilli al sugo e pecorino da parte di Carlo
Ore 18, 25: Marcel rompe il secondo bicchiere. Si taglia anche lui.
Ore 19,00: Marcel rompe il terzo bicchiere.
Ore 20,00: vado a cena da Maria.
Ore 01,00: Dico a Maria "Speriamo che Marcel e Micheal se ne siano già andati a letto. Ho un sonno terribile e sicuramente, se sono svegli, hanno voglia di rompere i coglioni.
Ore 01, 03: Torno a casa e scopro che:
Ore 22,oo: Michael, che era sbronzo e senza sensibilità alle dita, ha cominciato a suonare la chitarra. L'effetto è stato che non si è accorto di essersi tagliato le dita. E ha perso un sacco di sangue. Nonostante la mano ustionata, tagliata e svariati gavettoni è ancora bello sbronzo e allegro.
Ore 22,30: Marcel ha attaccato la musica a massimo volume in camera sua e ha organizzato, come solo lui sa fare, la discoteca in camera. Luci, bar, gente...

Lo spettacolo che ho trovato quando sono tornato in camera

Ore 01,04: arrivo di fronte a camera mia e trovo uno spettacolo a metà tra il patetico e il goliardico. Marcel e Michael stavano bussando alla mia porta. Non rispondevo. E allora hanno deciso di sbattere più forte. E hanno mi hanno sfondato la porta.

Ore 01,05: Marcel, che è vestito a festa ed è totalmente fradicio, mi chiede scusa e mi dice che mi ripara immediatamente la porta

Ore 01,06: Marcel, sbronzo e ben vestito, si presenta davanti alla mia porta con un martello.

Ore 01,10: Marcel comincia ad insultare la mia porta, urlando con tutta la voce che ha in corpo " Porta di merda!!! Porta di merda!!!! Maledetta Porta di merda!!!". Nel frattempo, sbronzo e nervosissimo, comincia a sbattere le mani contro la porta. Con tutta la forza che ha. Proprio come una scimmia

Dalle ore 01,10 alle ore 3,30: Marcel ripara la mia porta, mentre io mi addormento sul mio letto. Finito il lavoro, chiude la porta.

Lo spettacolo che ho trovato quando mi sono alzato

Ore 08,00 del mattino seguente: mi alzo. Trovo la porta riparata.


Ore 08,45: Esco di casa e mi trovo davanti alla porta un cestino dell'immondezza, rubato dalla strada

Ore 11,00 del mattino di due giorni dopo: Marcel, dopo avermi richiesto scusa, mi ridipinge il muro che ha sporcato mentre sbatteva la porta contro il muro, tentando di imitare una scimmia. E mi spiega che si è rotto il dito, riparandomi la porta da sbronzo...