La settimana scorsa è venuto a trovarmi il buon vecchio Murru. Per spiegare Murru bisogna indubbiamente partire dal suo cognome che è appunto Murru. Murru però è anche il suo soprannome. E come ho già spiegato, gira la leggenda che Murru sia anche il suo nome di battesimo e pare che quando la mamma finisce il latte, molli un urlo tipo: "Murru! E' finito il latte! Scendi a comprarlo!".
Durante la sua esperienza come Erasmus nelle tiepide spiagge della Finlandia a 100 km dal circolo polare artico, ha probabilmente commesso un errore molto simile a quello di Maria. Anzi forse peggio: "Murru, where do you come from?" "I come from Cagliari". Ora, la cara Maria viene da Badalona che, suonerà male, però è l'imitazione di Barcellona. Murru, invece, a dispetto del suo nome/cognome/soprannome altisonante, proviene da Quartucciu, che è l'imitazione di Quartu, che è l'imitazione di Cagliari...
Come ho appena spiegato, è venuto a trovarmi per 5 giorni: ora, si sa in Germania fa freddo. Però quest'anno, grazie al riscaldamento globale, si poteva girare in maglietta e bermuda da aprile. E' arrivato Murru, il cui nome mi pare sia Andrea, ed ha fatto 5 giorni di temporale. Proprio per questo motivo, ora mi rivolgo ai potenti del mondo. Ho tra le mani la soluzione al riscaldamento globale: è italiano e ha una nuvola che lo segue appositamente. Ma non si chiama Fantozzi ( o Marco Sambi). Perciò, cari signori Bush o Merkel se vi sta a cuore il nostro pianeta, basta invitare Murru una settimana e possiamo essere realisticamente sicuri che ci sarà un tempo di merda. Ripensandoci, però non ne sarei tanto sicuro. Infatti, mi ha timidamente confessato che quest'anno, quando era in Finlandia, una volta è andato a sciare. Arrivato all'impianto c'era solo neve artificiale. "Neve artificiale in Finlandia?" commenterete voi, giustamente stupefatti. Ebbene si. I titolari dell'impianto hanno così commentato " Siamo in rovina. Non ci sono più turisti! Quest'anno non ha nevicato per niente!". In Finlandia. Dove c'era Murru...
Dopo una breve ma pesantissima introduzione, posso spiegare il motivo di questo articolo. Ho promesso ad Andrea di pubblicargli il suo intervento sul viaggio. L'ho letto, l'ho trovato molto simpatico e, a differenza dei miei racconti, molto fedele alla realtà. Eccolo qua:
"Come tutti i grandi eventi, le grandi serate e le grandi feste capita sempre che si arrivi al momento di dire: and now special guest is…
Ora, questo blog non è niente di tutto ciò ma dato che l’ho sempre reputato molto interessante, ben curato e ricco di aneddoti particolari ho avuto la bella idea di chiedere a Geppo alla festa della birra di Erlangen se avesse pubblicato le mie memorie sul suo blog, se mai le avessi scritte. Lui ha colto la palla al balzo e così eccomi qua a raccontare qualche aneddoto della 5 giorni bavarese a Norimberga. (ndr durante le feste della birra, l'uomo riesce a tirare fuori progetti di portata storica. Gira la leggenda, per esempio, che Hitler fondò il partito nazista durante una festa della birra. Murru, invece, durante una festa della birra, prima mi ha chiesto di scrivere nel blog poi, forse per convincermi che fosse una buona idea, ha deciso di perdersi in un villaggio di 3 metri di numero con solo una strada. Che significa che per arrivare da qualsiasi parte, basta andare dritti...)
Innanzitutto un grosso ringraziamento a Geppo e a Carlo per l’ospitalità e per aver fatto da guida turistica sotto la pioggia, che se fa lo stesso tanto di quei giorni in Sardegna risolviamo il problema della siccità per decenni.
Il primo giorno Geppo dimostra che 4 mesi di aria tedesca aiutano a organizzare tutto nei minimi dettagli: è riuscito a procurarmi un materasso, un cuscino e una bicicletta (fondamentale a Norimberga come quando ero in Finlandia). Peccato solo che gli dico che arrivo alle 9 e 30 e alle 9 e 30 esatte sono in stazione, lui non c’è, lo chiamo e lui “Azz, pensavo arrivasse alle 9 e 45!”. Forse 4 mesi di Germania non bastano a cancellare 23 anni di abitudini italiane e il nostro classico quarto d’ora accademico.
Mi soffermerei sulla bici e su un suo curioso particolare: aveva il campanello smollato, dunque a ogni fosso, ogni selciato, bastava uno scossone della bici e il campanello suonava da solo. Ora, il 70 per cento delle strade del centro di Norimberga è selciato, dunque io per 4 giorni a ogni uscita bastava che andassi semplicemente dritto per sentire un “ring” ogni 10 secondi e annunciare così il mio passaggio trionfale alla silenziosissima popolazione tedesca che stava per strada, che si girava e di sicuro pensava che non avessi altro da fare che mettermi a suonare il campanello a caso.
Andiamo a prenderci una tipica birra affumicata bavarese in un tipico pub bavarese io Geppo e un suo amico, Adnan, un ragazzo americano molto simpatico from St. Louis, Missouri, nome che gli ho fatto ripetere 5 volte perché non capivo il suo accento finché lui me l’ha detto come lo pronuncerebbe un italiano. Anche per Adnan potrei aggiungere l’aggettivo “tipico americano” perché dopo la birra e esserci preso un panino da Burger king sosteneva che in fondo i fast food hanno solo ingredienti naturali e che lui ne potrebbe mangiare anche tutti i giorni. “Prendi un hamburger per esempio –ci diceva- c’è pane, verdura, carne e formaggio. E poi ci son le patate che son solo patate fritte, cosa vuoi che sia. Secondo me fa più male mangiare pasta tutti i giorni.” Io e Geppo abbiamo lasciato cadere lì la cosa per non farne una questione di stato. Poi vai a chiederti perché il 70 per cento degli americani è soprappeso.
In tutto questo Carlo stava a casa sua con gli occhi gonfi, la congiuntivite e al buio, accudito da Laura (una loro amica spagnola che poi conoscerò, anche lei molto simpatica) e si scusa dicendoci che era proprio cieco e non riusciva a vedere niente, in quanto cieco appunto. Io e Geppo azzardiamo la classica motivazione che si toglie fuori in questi casi in caso di cecità giovanile ma tralascerei il tutto per non cadere nel banale.
Comincia a piovere, una costante di questi 5 giorni, tranne l’ultimo giorno. Il tutto sembra volgere al termine, ma mentre torniamo a casa 3 ragazzi ci fermano e ci chiedono qualcosa in maniera frenetica in tedesco. Chiediamo di parlare in inglese e ci dicono che non sono di Norimberga e se sappiamo dove si trova una discoteca chiamata IN DA BAR. Rispondiamo di no e uno di loro ci chiede: “But where are you from?” e noi “2 italians and he’s american” “Italiani! E non lo potevate dire prima?”. Dei tre ragazzi due sono tedeschi figli di immigrati del sud d’Italia e parlano con un forte accento pugliese. Ci dicono che si trovano a Norimberga per fare un provino con una squadra “quasi professionista” per rincorrere il loro sogno: diventare campioni di calcio!! Uno di loro mi confessa addirittura di essere il nuovo Gattuso. Ora, non credo che Gattuso sia alto 1 e 65 e pesi sui 50 chili come quel ragazzo così come non so se nella Champions League del 2010/2011 lui potrà alzare la coppa, ma magari lo farà e potrò dire di averlo conosciuto quando non era famoso.
Decidiamo di andare con loro. Arriviamo nel locale e, sorpresa delle sorprese, scopriamo che è scritto INDABA e non come l’avevamo capito noi IN DA BAR. Questo nome si avvicina di molto al già citato nel blog BAR CELONA e alla marca di vestiti MARC O’ POLO. Umorismo tedesco verrebbe da dire.
Dentro il locale con nostra meraviglia scopriamo che ci stanno 5 o 6 giocatori del Norimberga, freschi vincitori della Coppa di Germania contro lo Stoccarda che animano la serata e il pubblico ovviamente. Ciò che colpisce è che non se ne restano in un privè in disparte come farebbero da noi ma anzi sventolano la coppa tra la folla, la riempiono di birra, si ubriacano e ci schizzano lo spumante da una sorta di ponticello allestito dietro al bar. A un certo punto mi avvicino a uno dei giocatori e gli urlo “Great!”. Lui mi da il cinque e comincia a parlare in tedesco. Io già ho difficoltà nel capire un tedesco che parla lentamente, figuriamoci un tedesco sbronzo che urla coperto dalla musica..
La serata si conclude con un tipo che mi chieda di dove sono, io gli dico italiano e lui comincia a raccontarmi la storia della sua vita, di come dall’Albania ha preso una “barca” per arrivare in Italia e ora si trova in Germania. Non so perché abbia scelto me per raccontare la sua vita ma (libera interpretazione) credo spinto dalla riconoscenza degli italiani.
Il secondo giorno facciamo visita a Carlo che sembra tornato tra i vivi dopo 24 ore al buio e dopo una classica pizza tedesca fatta da turchi cotta al forno elettrico si esce tutti insieme con Laura e Adnan.
Del terzo giorno sono da rimarcare due cose: la pioggia che cade a secchiate (e se ti devi fare 40 minuti e piedi con un ombrello in due è dura) e la visita con Geppo al Docuzentrum.
Forse non tutti sanno che Norimberga è stata la città che ha dato la nascita al partito nazista (sono anche andato nel pub preferito da Hitler) ed era la città dove si ebbero le prime riunioni e manifestazioni del partito. Nella metà degli anni trenta, si cercò così un’area all’interno della città dove poter radunare il maggior numero di persone possibili per ospitare le famose parate del partito, di cui si hanno innumerevoli immagini e filmati. E il partito decise di fare le cose in grande: in un’area della grandezza di 4 stadi di calcio si iniziarono i lavori di un immenso anfiteatro che comprendeva tribune per 200 mila persone (forse anche di più) e uno spazio aperto per le manifestazioni. I lavori vennero interrotti però nel ’39 a causa della mancanza di fondi, destinati allo sforzo bellico, e dell’immensa struttura oggi ne restano due quarti. All’interno è presente un centro di documentazione molto ben curato e organizzato con immagini, video, rappresentazioni e testimonianze che partono dalla nascita del partito nazista fino al processo dei suoi maggiori esponenti, a Norimberga appunto.
Ecco qui la caduta di stile che non ti aspetti, soprattutto dai tedeschi. Il primo video che proiettano nella prima sala rappresenta 2 ragazzi che girano per la moderna Norimberga e, attraverso fotomontaggi, vengono riprodotte poi le immagini della città così come era negli anni 30-40, sotto il regime nazista. Fin qui come idea non è malvagia: una sorta di viaggio nel tempo attraverso i due ragazzi che ripercorrono le strade così come sono ora e vengono poi proiettati nelle strade di 70 anni prima. Il fatto è che i due ragazzi hanno lo skateboard ai piedi, sono vestiti come due skateboarders e non la smettono mentre camminano di sleidare nei muretti, fare giravolte, saltare i gradini e riprendersi a vicenda con le videocamere. Ora, niente in contrario a tutto ciò, ma accostare queste tipiche americanate californiane alle immagini delle parate nazista ci è sembrato quantomeno fuori luogo. Mah…
Questo è dunque il racconto dei primi 3 giorni. Manca l’ultimo giorno però che ha offerto spunti notevoli. Qualche anticipazione: grande performance di Geppo e Carlo alla loro presentazione alla classe di International Management, la prima birra alle 10 e 30 del mattino, la figura di scheiss (non so se scrive così) che i miei allegri compagni mi han fatto fare di fronte a una barista, noi che giochiamo a football americano al parco, la festa della birra di Erlangen, saliti su una giostra di 50 metri. Poi io e Adnan che ci perdiamo a Erlangen mentre tutti son già saliti sull’ultimo treno per Nroimberga, troviamo altri 3 ragazzi (persi anche loro) e come unica alternativa ci rimane di tornare in taxi.
Verranno postati presto anche tutti questi fatti, alla prossima!"
Firmato: Murru
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Andre sei un grande!!!!aspetto il tuo prossimo racconto!
ps: oggi è nuvoloso, non sarai mica in giro per Cagliari?????!(scherzo ovviamente ;)
Posta un commento