Potrei scommettermi il femore che ogni bambino, durante la sua breve vita, ha sentito almeno una volta la frase "Non accettare caramelle dagli sconosciuti". Potrei scommettermi anche la macchina ( che in effetti non è un grande affare dato che è una vecchia panda bianca: se monto un autoradio su un mulo sono sicuro che potrei farmi più figo...) che molte ragazze si saranno sentite dire "Non metterti la minigonna quando vai in discoteca! Non è che non mi fido di te. Non mi fido degli altri ragazzi!". Ecco, a questo lunga liste di persone di cui non fidarsi, desidero aggiungere un altro tipo di persona. Quando avrò un figlio gli dirò "Figliuolo, non fidarti dei ragazzi sportivi quando ti propongono una gita rilassante..."
In tutto il mondo, dove si ozia tutti i giorni, il giorno della festa del lavoro si ozia di più. In Germania, dove non si ozia mai, il giorno della festa del lavoro si lavora il doppio. Per questa ragione Christian, il mio tutor, ha deciso di organizzare per il 1 Maggio una rilassante gita al lago. Talmente rilassante che sono soltanto 40 Km di bicicletta. Io ho letto l'email e, dopo una breve ma fragorosa risata, l'ho cancellata. Quando sono a Cagliari prendo la macchina per arrivare in facoltà ( distanza a piedi 4 minuti), figuriamoci se mi metto a fare una gita in bici di 40 fottuti km.
Ne parlo con Carlo e mi dice "Ma no, no!!! 40 Km in bici non sono molti! Fidati! Ce la fai tranquillamente!". Poi ne parlo anche con Christian, che mi rassicura "Guarda che 40 km in bici non sono niente! Poi sono tutti lungo il canale, è pianura ed è leggero! Ed è pieno di gente che viene che non è brava con la bici. Ce la prenderemo con calma. Ho già fatto i calcoli: dal centro di Norimberga al lago normalmente io ci impiego un'ora e mezza. Dato che siamo in tanti, che ci sono pause di mezzo penso che ci impiegheremo un pò di più. Ho fatto un calcolo largo: in 3 ore ( pause comprese) saremo lì! Vieni tranquillo."
Questa frase mi è risuonata nel cervello per ogni fottuta pedalata dei fottuti 40 km...
Rassicurato dal parere di non una, ma di ben due persone decido di fare la rilassante gita in bici. Appuntamento alle 9 sotto il mio studentato. Alle 11:00 è prevista la prima pausa. A mezzogiorno siamo al lago. Semplice e lineare. Questa ragazza con la felpa azzurra è la ragazza del Lussemburgo. La leggenda narra che in Lussemburgo ci siano in tutto 6 persone. Due sono venute a fare l'erasmus a Norimberga. Le altre 4 sono i loro genitor. Pare che nel Lussemburgo si siano rattristati terribilmente quando le due ragazze sono partite. "Ora siamo solo in quattro!" ha commentato sconsolato il presidente, che è anche il padre di una delle due ragazze.
09:15 Io sono nel gruppo di testa, insieme a Carlo e Christian. Se continuo così ce la faccio tranquillamente. "Christian aveva ragione" penso tra me e me. Dopo solo 15 minuti facciamo la prima pausa, per aspettare la gente che sta dietro. La ragazza del Lussemburgo, che è tra l'altro minuscola ( in Lussemburgo è vietato essere grassi perchè se no si occupa tutto lo spazio), dopo solo 15 minuti di bici è già indietro di 10.
10:30 Io e Adnan, il ragazzo americano facciamo un paio di pre-pause prima della pausa. Appena raggiungiamo gli altri che stanno facendo una pausa, scopriamo che anche loro in realtà stanno facendo una pre-pausa. Siamo su un ponte. Ci contiamo: ci siamo tutti. Anzi no. Manca 1! Manca la ragazza del Lussemburgo! Il presidente si era già rattristato. "E' una tragedia immane: un sesto della nostra popolazione è stata sterminata dal giro in bici". Invece no. Con solo mezz'ora di ritardo, totalmente sola si vede da lontano una mini-ragazza con una mini-bicicletta. E' la ragazza del Lussemburgo. Le facciamo segno di salire. Il presidente è visibilmente commosso...
"E' tutto in pianura, Giuseppe. E' tutto in pianura". "E cicciolina è vergine." Aggiungerei io. Dopo mezz'ora di canale, che era solo un poco in salita la strada comincia a diventare tutta salita e discese. Per 40 Km. Il gruppo comincia sempre di più a distanziarsi.
Nelle foto sopra potete vedere come tutto era in pianura. Adnan è sceso prima di me da questo dirupo e mi ha fatto decine di foto, nella speranza che cadessi. Per mia fortuna, non sono caduto. Immaginatevi che vergona cadere di fronte a tutti!
"Giuseppe, com'è andato il giro in bici? Ho sentito che sei caduto!" Maria, Spagna
"Ahahahahah...Sei caduto durante il giro in bici? Aahahahahah" Victor, Messico
"Tutto a posto, Giuseppe, ti sei fatto male?" Silvia, Italia
"I tuoi occhiali sono storti! Te li sei rotti quando sei caduto in bici?" Cheryl, Hong Kong
Appena tornato dalla gita lo sapevano tutti. Avevo dei tedeschi dietro di me, che suonavano il campanello perchè mi volevano superare. Io stavo parlando con una ragazza uruguaiana e avevo dietro una barca di spagnoli. Mi sposto sulla destra e li lascio passare. Continuo a chiaccherare senza guardare l'erba. E ovviamente c'era un bel buco nel mezzo. E ovviamente c'era anche un sacco di gente pronta ad aiutarmi. E a deridermi. E a spargere la notizia il più velocemente possibile...
"A mezzogiorno siamo al lago!" ci aveva spiegato Christian. "Ed è morto Mike Bongiorno " aggiungo io. All'una siamo nel posto in cui avremmo dovuto fare la prima pausa. Tutti sono già stanchi morti, a parte Carlo e Christian. E non siamo neanche a metà del tragitto. Per rinfrescarci decidiamo di prendere una birra e un gelato nella piazza centrale del piccolo villaggio di Rother. E cosa troviamo nel bel mezzo di uno sconosciuto paesino bavarese? Una gelateria gestita da dei cagliaritani. Cagliaritani doc, direi, dato il trattamento speciale che ci hanno riservato.
Si sa, i cagliaritani lavorano solo il minimo indispensabile per poter vivere. Questo non ha aiutato lo sviluppo di uno spirito imprenditoriale sardo. Il nonno di un mio amico una volta raccontava "Ero in un negozio, a Cagliari. Il negoziante stava serenamente leggendo i giornali. Arriva un turista, un potenziale cliente. Si avvicina al bancone e chiede cortesemente "Scusi, mi potrebbe mostrare quel prodotto riposto sullo scaffale lassù in alto?". Il negoziante, seccato perchè è stato interrotto durante la lettura dei giornali, si abbassa leggermente gli occhiali, e con il viso a metà tra il serio e il pigliainculo, risponde argutamente con accento cagliaritano "Ma, secondo lei, io mi devo arrampicare sin lassù per lei?".
Cristina, la ragazza di Cagliari, riconosce l'accento cagliaritano. E fa velocemente amicizia con i gelatai. Dopo un quarto d'ora di chiaccherate chiede ai ragazzi che lavorano là quale gelato gli consigliano. Il ragazzo risponde con tutto l'amore che i cagliaritani ripongono nel lavoro "Boh. E cosa ne so io? A me mica piacciono i gelati..."
Ed eccoci qua. Perfettamente in orario: dovevamo arrivare a mezzogiorno al lago. Dopo aver fatto una marea di salite (siamo saliti in bici su una montagna, o come dice Christian "una breve salita), alle 5 di sera siamo puntualmente al lago. Nessuno parla più. Tutti si sdraiano distrutti. C'è a chi fa male il sedere. C'è chi non sente più le gambe. E c'è anche chi non è arrivato. La ragazza del Lussemburgo, dopo averci perso di nuovo di vista, si è presa il treno per tornare a Norimberga. E infine c'è chi aveva ancora voglia di andare in bici. Per esempio, Carlo e Christian: dopo 10 ore di bici, c'era la possibilità di prendere il treno che partiva da affianco al lago. Oppure fare un'altra ora di bici e arrivare ad una stazione in cui era possibile risparmiare due euro e prendere un treno un pò più veloce. Delle 25 persone 20 hanno scelto il treno più vicino. 4, tra cui Christian, hanno commentato così "Io non sono stanco. Mi faccio volentieri un altro paio di km di bici". Carlo, infine, ha commentato così "2 euro in più? E' un furto. Io mi faccio un'altra ora di bici..."